Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.
Dopo anni di amarezze e sconfitte brucianti, per le quali però invero i friulani devono prendersela in molti casi con se stessi, l’Udinese corona nell’estate del 2005 il sogno di sedersi al tavolo delle grandi: grazie all’incredibile lavoro di Luciano Spalletti, infatti nel 2004/2005 arriva un 4/o posto che regala ai bianconeri i preliminari di Champions League.
Il test è probante per i bianconeri e, come vedremo, l’accesso agli Ottavi di Finale svanisce in zona Cesarini; l’ulteriore beffa è che, nella seconda parte di stagione, i bianconeri friulani passano dai campi delle magnifiche 32 d’Europa a un’inopinata eliminazione patita in Bulgaria, sul campo del Levski Sofia, negli Ottavi di Finale di Coppa UEFA.
LA SQUADRA: UDINESE
Come detto in apertura, l’Udinese 2004/2005 è quella che ha in testa come obiettivo primario il superamento dei Preliminari di Champions League. Il target è da favola, anche se da centrare senza il proprio condottiero: Luciano Spalletti, scritta una pagina indelebile di storia bianconera, si accorda infatti con la Roma sulla cui panchina siede nella stagione 2005/2006.
A raccogliere il testimone del tecnico di Certaldo è un altro allenatore dal carattere affatto mansueto: la scelta della famiglia Pozzo ricade infatti su Serse Cosmi reduce dalla promozione in Serie A con il Genoa cancellata in seguito allo scandalo legato alla combine di Genoa-Venezia dell’ultimo turno di quel Campionato di B.
Oltre a Spalletti, all’appuntamento con la storia non prenderanno parte diversi giocatori cardine dell’Udinese del gruppo arrivato a disputarsi la possibilità di accesso nell’Europa dei grandi: i Pozzo infatti non tradiscono la propria fama di “cacciatori di plusvalenze” e nell’estate del 2005 cedono Jankulovski al Milan, Pizarro all’Inter, Kroldrup alla Fiorentina. In entrata si punta a rintuzzare l’attacco con il giovane Barreto dal Treviso (che benissimo fece nella stagione precedente tra i cadetti assieme al gemello Reginaldo). L’acquisto di Candela dal Bolton porta esperienza e carisma in vista dell’impegno europeo assieme a quello di Vidigal, mentre Obodo arriva dal Perugia e tra i movimenti secondari in entrata si segnala l’arrivo di un giovane Cristian Zapata.
La stagione inizia nel migliore dei modi per i ragazzi di Serse Cosmi: l’urna dell’UEFA designa l’insidioso Sporting Lisbona per i bianconeri, ma i friulani passano all’Alvalade con un rigore di Iaquinta e si impongono 3-2 in Friuli centrando quella bramata qualificazione Champions che a oggi rimane uno storico inedito per i bianconeri. Il girone non è dei più facili per i ragazzi di Cosmi, sorteggiati con Barcellona, Werder Brema e Panathinaikos.
L’esordio è da favola, con la tripletta di Iaquinta che mette al tappeto il Panathinakos di Alberto Malesani; da favola è la trasferta al Nou Camp di Barcellona contro i blaugrana di Ronaldinho, Deco e Giuly, un po’ meno lo è il risultato finale che recita 4-1 per i locali con Felipe a refertare di testa il momentaneo pari. La chiave di volta del girone è la doppia sfida con il Werder Brema: al Friuli l’andata termina 1-1, mentre al ritorno i ragazzi di Cosmi rimonta da 3-0 a 3-3 grazie a un grande Di Natale ma vengono piegati dal 4-3 finale dell’ex-Parma Micoud. All’ultima giornata, contro un Barcellona già qualificato, basta un pari ai bianconeri per centrare una storica qualificazione agli Ottavi: l’Udinese gioca per lo 0-0, chiusa perenemmente in difesa, ma pur se farcito di rincalzi il Barcellona non fa sconti e con due gol nel finale di gara condanna i friulani a un’amara discesa in Coppa UEFA.
In Campionato, invece, forti di una diversa preparazione atletica i bianconeri partono bene e dopo aver piegato l’Empoli con un gol di Muntari replicano risultato e marcatore all’Olimpico contro la Roma l’rovinando l’esordio casalingo a Luciano Spalletti. Muntari va in gol anche alla 3/a di Campionato, ma l’Udinese crolla 2-4 a Firenze registrando altre due sconfitte poi con Juventus e Reggina. I ragazzi di Cosmi alzano presto la testa, e si rimettono in carreggiata almeno fino al mese di dicembre, quando qualcosa nel giocattolo friulano si rompe.
Il 4 dicembre del 2005 i bianconeri cedono 0-2 in casa al Livorno, veleggiando all’epoca al 7/o posto in Campionato; seguirà una striscia horror nella quale i bianconeri metteranno assieme 1 vittoria, 3 pari e 7 sconfitte naufragando a metà classifica. La sconfitta con la Reggina del febbraio del 2006 è quella che pone la pietra tombale sull’esperienza di Cosmi a Udine; al suo posto viene nominato Nestor Sensini, che contestualmente appende gli scarpini al chiodo, affiancato da Loris Dominissini.
Il nuovo tandem alla guida tecnica registrerà un ruolino di marcia disastroso: nonostante il passaggio del Turno in Coppa UEFA maturato ai danni del Lens (3-0 e 0-1) in Campionato 2 soli punti in 5 partite e una doppia sfida con in Levski Sofia che si traduce con un risultato incredibile, ma non nell’accezione in cui si poteva sperare in Friuli.
L’AVVERSARIO: LEVSKI SOFIA
Dopo aver quasi monopolizzato il calcio bulgaro negli anni ’90, nei primi anni Duemila il Levski Sofia vive un breve periodo di flessione. Succede così che, dopo il titolo della stagione 2001/2002, il Levski Sofia rimanga a secco per tre stagioni facendo largo a due titoli conquistati dal CSKA Sofia, intervallati da una affermazione della Lokomotiv Plovdiv.
Nel 2005/2006 sulla panchina di uno dei club più prestigiosi di Bulgaria siede il 38enne Stanimir Stoilov, per gli amici “Murray”; ex-calciatore dalla lunga militanza nel Levski, spezzettata in tre diversi momenti, Stoilov si insedia al timone del Levski nel 2004 e di fatto vi sperimenta la sua prima stagione da allenatore che si conclude con un 2/o posto in Campionato accompagnato dalla vittoria della Coppa di Bulgaria.
L’annata tutto sommato positiva vale la conferma al tecnico bulgaro, che nella rosa a propria disposizione per la stagione 2005/2006 trova un 17enne Nikolay Mihaylov che all’epoca si affaccia come un giovane estremo difensore al mondo del calcio professionistico ma, in futuro, sarà bandiera del Twente a cui legherà gran parte della propria carriera; Mihaylov che, per la cronaca, dal 2018 è nuovamente il portiere del Levski Sofia. Tra gli altri elementi di spicco del roster del Levski nel 2005 troviamo il roccioso difensore croato Igor Tomašić, il terzino brasiliano Lúcio Wagner, il 35enne Daniel Borimirov, capitan Topuzakov e, in ultimo il centravanti Emil Angelov.
La seconda stagione da allenatore del Levski da parte di Stoilov sembra ricalcare le orme di quella precedente: il Levski, infatti, si assesta al secondo posto in Campionato alle spalle del CSKA Sofia a cui per lunghi tratti della stagione fa sentire il fiato sul collo, ma da cui perde terreno con il progredire del torneo. Alla vigilia del match con l’Udinese, nel marzo del 2006, metà Campionato si è concluso e il Levski vanta 7 lunghezze di ritardo sui pluridecorati avversari.
L’avventura in Coppa UEFA inizia dal 2/o turno Preliminare per il Levski, con gli sloveni del Publikum piegati in casa al ritorno con un 3-0 che cancella la sconfitta per 1-0 dell’andata. Il sorteggio del primo turno abbina i bulgari all’Auxerre e l’interrail dei ragazzi di Stoilov sembra destinato a concludersi, ma il Levski riesce nell’impresa di centrare uno scalpo inaspettato: all’andata i transalpini si impongono 2-1 ribaltando il gol di Bardon per gli ospiti, che comunque si rivela fondamentale perché in Bulgaria il Levski si impone 1-0 grazie al centro di Koprivarov e vola incredibilmente alla Fase a Gruppi di Coppa UEFA.
CSKA Mosca, Olympique Marsiglia, Heerenveen e Dinamo Bucarest: cullare sogni di qualificazione sembra complicatissimo per il Levski Sofia. A maggior ragione perché la gara d’esordio, in casa contro la Dinamo Bucarest che per i bulgari è probabilmente l’avversario più abbordabile, al minuto 93 è ancora bloccata sullo 0-0. Sull’ultimo filtrante della gara, però, Angelov riesce a fiondarsi con lucidità, tempismo, e la freddezza necessaria per sparare in porta la rasoiata che decide la partita regalando tre punti di platino al Levski Sofia.
Nella 2/a giornata di gare il CSKA Mosca, detentore del trofeo, si impone 2-1 grazie a una doppietta di Vágner Love. I bulgari si rifanno con gli interessi nel turno successivo, dove con una magia di Yovov piegano nientemeno che l’Olympique Marsiglia 1-0 mettendo in cascina tre punti fondamentali negli equilibri del raggruppamento F di quella Coppa UEFA. Nell’ultima giornata di gare arriva una sconfitta per 2-1 sul campo dell’Heerenveen ma, stante il successo del Marsiglia sulla Dinamo Bucarest, a festeggiare la qualificazione sono trasalpini, Frisoni e proprio il Levski Sofia, con Dinamo Bucarest e soprattutto CSKA Mosca clamorosamente eliminati.
I bulgari tornano in Slovacchia, dove il viaggio era cominciato, per i Sedicesimi di Finale nei quali estromettono l’Artmedia Bratislava con due vittorie (1-0 e 2-0) per poi regalarsi, agli Ottavi, l’Udinese retrocessa dalla Champions League.
LA DOPPIA SFIDA
L’Udinese che arriva agli Ottavi di Finale di Coppa UEFA, nel marzo del 2006, ha perso l’entusiasmo e lo smalto che ne aveva contraddistinto l’avvio di stagione e, come detto in precedenza, anche la guida tecnica è cambiata: non più Serse Cosmi in capo alla compagine friulana ma l’inedito tandem composto da Dominissini e Sensini.
Bisognosa di ridestarsi in patria, l’Udinese si lascia andare a un po’ di turn-over per gara-1 con il Levski: trovano posto in campo alcune seconde linee come Tissone, Zenoni, Baronio e Fausto Rossini, mentre solo in panchina trovano posto Iaquinta e Muntari. Al Friuli i padroni di casa stentano a decollare e nei primi venti minuti è il Levski a farsi preferire per la buona organizzazione di gioco, ma i locali corrono ai ripari abbassando Candela sulla terza linea e switchando a un 4-4-2 che permette ai bianconeri di riprendere il controllo della gara sfiorando la rete sfiorando in un paio di circostanze il gol.
L’equilibrio, però, non si spezza e con il passare dei minuti scemano di intensità le emozioni: i bianconeri non riescono a pungere, e anzi Angelov a sciupare l’occasione più ghiotta per sbloccare uno 0-0 che invece Udinese e Levski Sofia si portano in Bulgaria per gara-2.
Se l’Udinese del Friuli presenta qualche rincalzo, quella di scena a Sofia è vero e proprio mix di linea verde e seconde linee: Pieri, Juarez, Vidigal, Tissone, Morosini, Baronio e Rossini tra gli undici scelti da Sensini e Dominissini per cercare di strappare almeno un pari con gol al Levski Sofia. Nonostante le tante alternative i friulani si rendono protagonisti di un avvio di gara autoritario e, dopo una ventina di minuti, sbloccano la contesa di gioco approfittano di un disastroso fuorigioco del Levski per trovare il gol con Tissone dopo un primo tentativo di Vidigal.
Il gol dovrebbe mettere in discesa la gara agli ospiti ma, al contrario, è il gancio che desta il Levski Sofia e i 25mila del Vasil Levski. I ragazzi in maglia blu cominciano a spingere con costanza nella seconda metà di prima frazione rendendosi pericolosi in particolare sulla corsia di sinistra, con De Sanctis che vede aumentare la mole di straordinari. Sul gong del primo tempo il pari sembra cosa fatta: l’estremo difensore dei friulani smanaccia un traversone di Telkisky proprio sui piedi di Yovov che, però, scarica una bordata si sola potenza che incredibilmente non trova la porta da un metro. L’Udinese riesce quindi a portare il vantaggio all’intervallo, ma la chance mancata da Yovov è la miccia che fa ripartire fortissimo il Levski Sofia. Nel secondo tempo si gioca da subito a una porta e, inevitabilmente, alla fine arriva il pari: il lungo assedio dei bulgari si traduce in un pallone sparato fuori dall’area maldestramente da Rossini, che arma il destro del 35enne Borimirov che riaccende le speranze di qualificazione.
Sempre più in apnea, l’Udinese arretra vistosamente lasciando spazio ai numerosi traversoni da pate dei loacali, che una dozzina di minuti più tardi completano la rimonta: è lo stopper Tomašić a girare di testa un pallone non impossibile, su cui però De Sanctis non può arrivare. Di tempo per trovare un prezioso 2-2 ce ne sarebbe, ma priva di troppi titolari l’Udinese non riesce mai a reagire; la chance di qualificarsi per i Quarti di Finale di Coppa UEFA naufraga incredibilmente contro i bulgari del Levkski Sofia.
…E POI?
L’avventura di Sensini e Dominissini, all’indomani della sconfitta di Sofia, avrà vita breve; la prima al rientro in patria è infatti un rovinoso 0-4 casalingo con il Milan di Ancelotti che, di fatto, decreta l’ennesimo avvicendamento tecnico in casa friulana con la nomina di un ex del calibro di Giovani Galeone. Il neo-tecnico riesce da subito a invertire abbastanza incredibilmente la marcia: dopo l’1-1 dell’esordio di Messina arrivano tre vittorie consecutive con Parma, Lecce e Livorno, prima di altri cinque punti in tre partite che permettono ai bianconeri di cadere all’ultima di Campionato sul campo del Treviso senza fare troppi drammi chiudendo all’11/o posto una stagione a posteriore rivelatasi una montagna russa di emozioni.
Il Levski Sofia centra uno scalpo incredibile e una milestone storica: i Quarti di Finale di Coppa UEFA. L’avversario, purtroppo per i bulgari, si rivela troppo forte però per sognare un’incredibile semifinale : sulla strada del Levski si palesa infatti lo Schalke 04, che si impone 3-1 in Bulgaria prima del pari a Gelsenkirchen che qualifica i blu alle semifinali. I ragazzi di Stoilov avranno modo di rifarsi in patria, dove approfittando del crollo del CSKA Sofia riusciranno a conquistare la vittoria del Campionato a tre anni di distanza dall’ultima volta. La conquista del titolo nazionale permetterà nella stagione successiva al Levski di giocarsi l’accesso alla Champions League che, in virtù degli eventi di Calciopoli, vedrà i bulgari sorteggiati con il ChievoVerona: l’Italia sorriderà di nuovo al Levski, che si prenderà il posto ai Gironi di Champions a scapito dei clivensi.
La Coppa UEFA 2005/2006 sarà a suo modo da ricordarsi come un’edizione storica: la prima, infatti, vinta dal Siviglia che in pochi anni ne conquisterà addirittura sei. Per gli andalusi il primo trionfo è quello per 4-0 nella finale contro il Middlesbrough, in una partita che vede tra i grandi protagonisti anche Enzo Maresca autore di una doppietta. Detto dell’Eurotonfo dell’Udinese, tra le altre italiane la Sampdoria è beffata da un gol in zona Cesarini dal Lens ed abbandona la competizione ai gironi; come l’Udinese, agli Ottavi di Finale si arrendono Roma e Palermo, rispettivamente con Middlesbrough (0-1 e 2-1) e Schalke 0-4 (1-0 e 0-3).
EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati