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Ciao Fausto, continua a dare gas per sempre

Dajiro Kato e Marco Simoncelli. L’unica consolazione per tutti è che Fausto Gresini abbia potuto finalmente riabbracciare i suoi piloti prediletti che l’avevano lasciato troppo presto. Ma sarà dura lo stesso. Sarà dura per tutti coloro che frequentano l’ambiente della MotoGP non vederlo più al muretto della sua squadra, della sua Gresini Racing, dopo 23 anni di onorata militanza.

Purtroppo, il Covid-19 che sta letteralmente dilaniando questo nostro pianeta, ci ha portato via anche questo ragazzo di 60 anni con la moto e le corse nel sangue. Da pilota, ha corso “solo” nel Mondiale 125 (ma quando le Case Ufficiali rendevano nobili l’ottavo di litro), vincendolo due volte, nel 1985 e nel 1987 con la mitica Garelli e conquistando complessivamente 21 successi e 47 podi.

Poi, il ritiro nel 1994 e l’avventura con la Gresini Racing cominciata nel 1997. I primi 3 anni in 500 con una Honda non ufficiale affidata al brasiliano Alex Barros riesce comunque ad arpionare 4 podi. Nel 1999, salto all’indietro in 250. Decisione appropriata. Perché nel 2001, Fausto Gresini si aggiudica il Mondiale con un velocissimo centauro giapponese, Daijiro Kato. I due passano a braccetto nel 2002 nella neonata MotoGP, supportati dalla Honda. Arrivano due secondi posti, in Spagna e in Repubblica Ceca, e le premesse per un 2003 scintillante ci sono tutte.

Premesse interrotte alla prima gara di quel Mondiale 2003, a Suzuka. Kato finisce fuori pista e sbatte a più di 200 km/h contro le barriere, morendo dopo due settimane di coma. Per Fausto Gresini è un dolore grandissimo, che prova a superare con i successi di Sete Gibernau. Lo spagnolo, nei Mondiali 2003 e 2004, è uno dei più accesi rivali di Valentino Rossi, ma non riesce a conquistare la corona iridata.

Passato il biennio di Sete, diversi piloti (tra i quali Elias, Melandri, De Angelis) corrono con la Honda del Team Gresini. Nel 2010, Fausto fa debuttare sotto le sue insegne Marco Simoncelli, Campione del Mondo con la Gilera l’anno precedente. E nel 2011, il “Sic” diventa il suo pilota di punta. Simoncelli arriva terzo in Repubblica Ceca e secondo in Australia. La vittoria sembra essere lì a portata di mano. Invece, quel maledetto 23 ottobre 2011, GP della Malesia, spezza la vita di Simoncelli e infligge a Fausto un colpo durissimo.

Gresini però, proprio per onorare la memoria di Simoncelli, va avanti. Nel 2015, lascia la Honda e sposa il progetto MotoGP dell’Aprilia, mentre due anni dopo si fa in tre, iscrivendo la sua scuderia anche in Moto3 e in Moto2. E proprio in Moto3 lo spagnolo Jorge Martin gli regala la gioia iridata nel 2018. Ah, Gresini, proprio per non farsi mancare nulla, nel 2019 vince con Matteo Ferrari anche la prima Coppa del Mondo FIM destinata alle moto elettriche.

Un personaggio che ha sempre “dato gas” nella sua vita, sia in pista da pilota che al muretto. E non sarà certo un virus ad annullarne il ricordo né a cambiare il suo modo di essere. Sì, ne siamo sicuri. Fausto Gresini continuerà a dare gas. Per sempre.