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21 febbraio 2020, un anno fa i primi rinvii: così il Coronavirus ha travolto lo sport

Stadio Tardini Parma - Copyright: Frandesco Davide Scafà

Il mattino del 21 febbraio 2020, l’Italia si è risvegliata diversa. Ci siamo alzati e abbiamo cominciato le nostre giornate come al solito, in attesa dell’inizio del week-end, ma quel venerdì non era uguale a tutti quelli vissuti negli anni precedenti. Il giorno prima, il nostro Paese aveva scoperto che il Coronavirus era arrivato anche qui, era tra noi. Quel virus che ci sembrava lontano, uno dei tanti allarmi apparentemente utili solo a qualche giornale per attirare l’attenzione e poi destinati a spegnersi in poco tempo, era stato scoperto prima in un paziente di Codogno, e a catena in più parti d’Italia. Decine di casi venivano scoperti ora dopo ora, in sempre più Regioni, e intanto emergevano le prime vittime. La paura accumulata nelle settimane precedenti, sminuita da alcuni e da altri scaricata sul “nemico” di turno (pratica che tristemente porteremo avanti per i lunghi mesi successivi), si è improvvisamente trasformata in vera e propria psicosi, perché in quel giorno arrivò anche l’annuncio della prima morte a causa del virus, a Monselice.

Esattamente un anno fa, anche lo sport faceva per la prima volta i conti con l’emergenza Coronavirus: mentre le Regioni cominciavano a disporre le prime misure per evitare un contagio di massa che, però, nei fatti forse era già in giro da mesi, i responsabili delle varie federazioni nazionali e territoriali decidevano di fermarsi nei luoghi ritenuti più a rischio. Nel calcio, sono decine le partite rinviate tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: spicca tra tutte Piacenza-Sambenedettese, mentre la città stabiliva la chiusura degli istituti scolastici e impianti sportivi. Solo in Lombardia si contano 88 partite rinviate a livello dilettantistico su 502, ma poche ore dopo toccherà anche a società di Serie A del nord Italia: Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari, mentre il giorno dopo arriva il turno di Torino-Parma.

Anche gli altri sport, però, seguirono la stessa sorte. La Federazione Italiana Pallavolo stabilisce la sospensione dei campionati Serie B Maschile – gironi A, B, Serie B1 Femminile – gironi A e B, Serie B2 Femminile – gironi B, C; così fanno anche l’hockey, il basket e il rugby (quest’ultime a livello territoriale). È l’inizio di un lungo periodo che porterà prima a cercare di salvare il salvabile e poi all’inevitabile resa nel periodo di lockdown forzato. Cominciavano così, quello strano venerdì 21 febbraio, settimane difficili per noi e anche per lo sport, che avremmo ritrovato soltanto una volta attenuata leggermente l’emergenza qualche mese dopo. Con gli impianti vuoti, con misure di sicurezza ovunque, persino nei festeggiamenti inizialmente. Lo sport sarebbe tornato, ma in forma molto diversa dal solito, lontano dalla classica normalità che tanto ci mancava. Ma, a quel punto, eravamo cambiati anche noi.