Gattuso, sarà notte di pensieri. La Dea è in finale di Coppa Italia. Analisi di Atalanta-Napoli
L’Atalanta batte il Napoli 3-1, e si qualifica per la finale di Coppa Italia. In campo si è visto un Napoli poco combattivo nel primo tempo e tatticamente disorganizzato. Nella ripresa, forse grazie al discorso negli spogliatoi dell’allenatore, Lozano ha provato a ridare fiducia ai compagni. Tuttavia è servito a poco per la mancanza di un vero pivot davanti.
Victor Osimhen, sostituito a fine gara con qualche malumore, non ha fornito quello che Duván Zapata è riuscito a fornire. Ovvero appoggi, riferimenti tattici e dribbling per far salire la squadra, un gol e due assist. Per la seconda volta nel 2021 ha registrato sia reti sia assist in una stessa partita, agganciando così nella classifica cannonieri dell’Atalanta il Pupu Gomez a 59 reti in tutte le competizioni.
Girando sempre attorno all’ex capitano, non si può non sottolineare la prestazione di Matteo Pessina. In Coppa Italia non segnava un italiano per i bergamaschi dal novembre 2016, quando era andato in gol Alberto Grassi contro il Pescara. Il nuovo fantasista di Gasperini collabora alla perfezione con l’ex dell’occasione Zapata, da cui riceve due appoggi di prima per trovare la gioia. Nell’azione che ha di fatto chiuso la partita, batte Ospina con un piccolo pallonetto, entrando in modo furtivo tra la difesa partenopea.
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La miglior difesa, in questo caso, sarebbe dovuto essere l’attacco. Lasciare in mano il possesso all’avversario è stato per il Napoli l’errore più grande della partita. Mancando una vera punta di peso, non sarebbe potuta andare diversamente. Osimhen non riesce mai ad avere una gestione della posizione funzionale alla squadra, non dando punti di riferimento al centrocampo. Se lui avesse giocato meglio, i centrocampisti avrebbero avuto vita più facile e Lozano e Insigne meno difficoltà nei movimenti offensivi.
Il messicano trova anche la gioia, riaprendo la pratica a inizio ripresa, ma senza cambiare le sorti. Diventa così il più giovane giocatore dell’attuale Serie A a mettere a segno almeno 13 gol in tutte le competizioni in questa stagione. Gollini avrebbe potuto fare meglio su quell’azione, ma si fa poi perdonare con un miracolo sul nigeriano. Il numero 9 azzurro spreca l’opportunità di pareggiarla e dare il vantaggio, grazie al gol trasferta, alla propria squadra. Tuttavia quella è solo la punta dell’iceberg di una prestazione infruttuosa, data anche dai compiti richiesti poco adatti alle sue caratteristiche.
L’Atalanta raggiunge così la quinta finale di coppa della sua storia, la seconda degli ultimi tre anni. Per la prima volta l’ultimo atto verrà disputato tra loro e la Juventus. Invece il Napoli cade in una crisi profonda. Non accadeva dal 2008/09, quando in panchina c’era Reja, di perdere almeno 10 incontri nei primi 31 stagionali. Un record negativo che potrebbe costare caro a Gattuso, in evidente difficoltà anche per le poche alternative della sua rosa.