Un’opera d’arte. Così potrebbe essere definito il Super Bowl giocato dai Tampa Bay Buccaneers in casa al Raymond James Stadium. Nessuno alla vigilia dell’incontro avrebbe pronosticato che i Kansas City Chiefs non sarebbero riusciti a segnare neanche un touchdown in tutta la partita. La fortissima difesa costruita dal difensive coordinator Todd Bowles, ex capo allenatore dei New York Jets, è stata in grado di tenere un ritmo forsennato per tutta la partita, con i vari White, Whitehead, David e Barrett che hanno messo pressione a Mahomes costantemente. Bowles ha saputo far crescere questa difesa durante l’anno portandolo alla sua massima espressione proprio nell’incontro più importante. Probabile che nel 2022 una squadra lo chiami per tornare al ruolo di capo allenatore.
La linea d’attacco dei Chiefs si è sbriciolata col passare dei minuti e i forti difensori dei Bucs sono diventati così i veri protagonisti dell’incontro. Dopo tre vittorie in trasferta in questi Playoff, Tampa diventa la prima squadra di sempre a giocare e vincere il Super Bowl in casa. Un capolavoro della dirigenza e di Bruce Arians, che a sessantotto anni diventa il più anziano allenatore ad avere vinto un Super Bowl. Arians, da sempre un grande sostenitore del gioco offensivo con l’obiettivo di attaccare in tutte le fasi, ha saputo riadattare i suoi schemi applicandoli allo stile di Tom Brady. A inizio anno la dirigenza dei Buccaneers prese la decisione di costruire un progetto di uno/due anni. Nessun investimento per costruire una franchigia con un futuro a lungo termine, ma una chance per vincere subito. Il più classico dei “o la va o la spacca”. Tutte le fish sono state puntate su Brady, Gronkowski (tornato per giocare con Brady dopo essersi ritirato), Fournette e un gruppo di veterani. E il rischio ha pagato. Tampa non avrà una squadra che durerà degli anni come i Chiefs o nel recente passato i Patriots e i Seahawks, ma ha un titolo, il secondo della sua storia dopo quello vinto nel 2002: questo era l’obiettivo ed è stato raggiunto al primo colpo. Chiedete ai tifosi dei Green Bay Packers cosa vuol dire il contrario, cioè fallire sempre a un passo dalla meta per un decennio.
Scommessa vinta quindi da Tampa e stravinta ovviamente da Tom Brady, MVP del Super Bowl. Quando annunciò la sua firma coi Bucs quest’estate molti erano i dubbi su cosa sarebbe successo. Il numero 12 li ha spazzati via prima portando la squadra squadra di Playoff dopo anni e poi addirittura vincendo il Super Bowl battendo Washington, New Orleans, Green Bay e Kansas City. Brady spazza via qualsiasi dibattito su chi sia il più grande quarterback di sempre: è lui. A quarantatré anni vince il suo settimo anello, nessuna squadra in NFL ne ha vinti così tanti. Stiamo chiaramente parlando di uno dei più grandi sportivi della storia. Altro record quello stabilito con Gronkowski: mai nessuna coppia aveva segnato così tanti touchdown nei Super Bowl.
È anche la rivincita di una città poco considerata finora a livello sportivo. Quest’anno a Tampa hanno vinto il Super Bowl con i Buccaneers, la Stanley Cup con i Lightning e sono arrivati alle World Series con i Rays. Non male diciamo per chi non è abituato ad avere i riflettori puntati addosso ed è solitamente oscurato da Miami, la più importante città della Florida.