Nell’estate di cinque anni fa, quando la Federazione Internazionale annunciò l’assegnazione della 46/a edizione dei Mondiali di sci alpino a Cortina, sicuramente nella mente degli organizzatori balenavano futuri giorni di festa, di pubblico, di eventi in quella che da sempre è considerata la Regina delle Dolomiti. Niente di tutto questo purtroppo sarà realtà. La cittadina bellunese ospiterà una rassegna iridata fuori dagli schemi, in totale assenza di pubblico. Resterà però lo spettacolo degli atleti in pista, le loro performance, l’agonismo sulla neve, quello per fortuna il virus non l’ha cancellato.
La rassegna iridata prenderà il via l’8 febbraio per concludersi il 21. Tredici gli eventi in programma tra cui il parallelo a squadre misto. Per Cortina si tratta della terza volta come sede ospitante dei Mondiali (Escludendo il 1941 quando le gare furono considerate perché la guerra costrinse molte nazioni a dare forfait). Saranno cinque le piste teatro delle gare. Gli specialisti della velocità in campo maschile proveranno la nuova Vertigine, un tracciato realizzato nel 2017 che eredita parte della vecchia Vertigine bianca. Gli atleti saranno alle prese con il Ghedina Jump, un salto di 60 m dedicato a uno dei più famosi discesisti della squadra italiana. Nella parte finale della Vertigine troviamo la Labirinti, pista molto ripida destinata allo slalom gigante maschile. Per le donne della velocità invece ci sarà la più nota Olimpia delle Tofane, pista ormai da tempo nel programma della Coppa del Mondo femminile; qui vinse per ben cinque volte Isolde Kostner, mentre Sofia Goggia nel 2018 in discesa sconfisse una rivale del calibro della Vonn. Gli slalomisti puri invece si contenderanno il titolo sulla Druscié A, molto tecnica e in grado di mettere a dura prova la condizione fisica dei partecipanti. Per il parallelo invece ci sarà la Rumerlo.
Inutile ricordare che una parte delle speranze italiane erano affidate alla Goggia prima che il suo incidente la escludesse dall’evento. Nulla da temere però perché nella faretra azzurra ci sono altre frecce disponibili. In slalom gigante occhi puntati su una Marta Bassino; la piemontese quest’anno ha steccato solo la seconda prova di Courchevel, mentre nelle altre è sempre finita sul podio ottenendo quattro vittorie, una buona carta da giocare anche per il parallelo. La milanese Federica Brignone invece non vince da un anno, ma si presenta a Cortina comunque da detentrice della Coppa del Mondo. L’aria di casa inoltre potrebbe darle una carica in più per provare l’exploit e quest’ultimo discorso è da condividere con Elena Curtoni e Francesca Marsaglia.
Dominik Paris fu l’unico oro italiano ad Are 2019. Il meranese ha vissuto un 2020 negativo, condizionato dall’infortunio al ginocchio, ma la vittoria della scorsa settimana a Garmisch è stato un raggio di sole in un cielo nuvoloso. Su di lui ora ci si può puntare forte, non siamo certo ai livelli di qualche anno fa quando sembrava invincibile, le sue ultime prestazioni però convincono e ci hanno mostrato un atleta molto competitivo. Qualche piccola speranza di podio per Christof Innerhofer, che cerca di giocarsi le ultime cartucce in carriera per trovare un colpo grosso. In slalom si vive sull’incognita Alex Vinatzer; il bolzanino due anni fa fece parte del quartetto che vinse il bronzo mondiale a squadre. La sua stagione è cominciata con due buoni piazzamenti prima di Natale, poi qualcosa si è spento e gli errori lo hanno frenato. A Cortina in tanti si aspettano che quella luce si riaccenda e magari ritrovare tra i pali stretti un erede di Tomba e Thoeni.