500 volte Ibrahimović, l’uomo che ha applicato il taekwondo al calcio
Ibrahimović proprio con un gol al Crotone ha battuto l’ennesimo record in carriera. Lo svedese ha raggiunto quota 500 reti in carriera con le maglie di club, di cui 82 solo con la maglia del Milan. Se si contano invece anche quelli con la nazionale bisogna aggiungerne altri 62. Con la Svezia ha anche messo a segno un gran gol in amichevole contro l’Inghilterra. La rovesciata da 30 metri fu fatale all’epoca per Joe Hart. Tuttavia di spettacolarità l’ha offerta in tutte le sue squadre, dall’Ajax all’Inter passando per Barça e PSG.
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In Italia, più precisamente a Milano, è stato autore dei suoi gol più belli. Con i nerazzurri, dei quali era leader indiscusso, ha regalato gioie indescrivibili ai tifosi. In una gara contro il Bologna, durante il primo anno di Mourinho, si inventò un colpo di “taekwondo” applicato al calcio per infilarla dentro. Pressato dal difensore e spalle alla porta colpì la palla di tacco con un movimento caratteristico del taekwondo. La sua passione per le arti marziali è tra e peculiarità di questo atleta. Il suo sviluppo fisico e la sua elasticità sono frutto proprio di questo interesse.
Nel suo repertorio si trovano rovesciate, colpi di tacco o allungamenti di gamba apparentemente impossibili. A differenza del meno strutturato Leo Messi o del più muscoloso Cristiano Ronaldo, Ibra ha sempre mostrato più flessibilità in certi gesti tecnici di difficile esecuzione. Il confronto con i due sorge spontaneo, dato che il 39enne fa parte dell’epoca di questi extraterrestri. Entrambi hanno raggiunto il traguardo che ora è anche di Zlatan. Tra i calciatori in attività si collocano tutti e tre nella top-3. Nella classifica all-time invece lo scandinavo, attualmente all’undicesimo posto, non preclude la scalata. Qualora non riuscisse a entrare nella top-10, potrà “consolarsi” di stare davanti a gente come Friedenreich, Di Stefano o Roberto Dinamite.
Non solo reti da acrobata, nella sua carriera ci sono perfino alcuni “siluri”. Tiri precisi e forti da fuori area. Un esempio è la punizione da 109 km/h contro la Fiorentina appena dopo l’eliminazione dell’Inter dalla Champions League da parte del Manchester United. Con tutta la rabbia in corpo per le critiche sferrò un destro che quasi spezzò la traversa.
È vero che in campo continentale non ha mai avuto grande appeal, ma pure in Champions ha già mostrato le sue abilità. Nel 2013 riuscì trascinare il PSG davanti all’Anderlecht con un poker, siglato sia con il suo solito colpo di tacco sia con un tiro di prima all’incrocio con il giusto tempo per arrivare a calciare. Questa è la cosa più importante, anche più della velocità della palla. Infatti una delle reti più decisive in Spagna la segnò proprio grazie al giusto tempo in un El Clasico. Ricevendo dalla destra si fece trovare pronto col sinistro a battere il portiere per regalare la vittoria ai blaugrana.
Ibrahimović non ha mai nascosto la sua ammirazione per Ronaldo Nazário. Tutti hanno ancora viva l’immagine di lui al derby che guarda estasiato il brasiliano. L’ispirazione verso l’attaccante comunque non si limita solo nei traguardi, ma anche nelle azioni di Zlatan. Basti guardare alle origini nell’Ajax per vedere analogie dei due stranieri in terra olandese. Contro il NAC-Breda finì per scartare uno, due, tre, quattro difensori nello stretto come l’ex campione del mondo.
Un gol sicuramente molto bello, ma che non supera quello contro il Caen. Non fu tanto l’azione in sé a ricevere gli applausi degli appassionati, quanto l’esultanza. Togliendosi la maglia mostrò al Parc des Princes il proprio corpo ricoperto da firme temporaneamente tatuate. I suoi pettorali e addominali portavano i nomi di persone in difficoltà. Un’azione di carità quasi insolito per la caricatura di Ibra calciatore. Tuttavia prima del calciatore c’è un uomo che pensa al prossimo. Con questi 500 gol vuole dimostrare come anche un ragazzino del ghetto può arrivare in alto, pensando anche agli altri e non solo ai propri traguardi personali.