Venti grandi campioni del tennis, di oggi e del passato: tutti sappiamo chi sono e cosa hanno vinto, ma agli albori delle loro carriere per cosa si contraddistinguevano e quali erano i loro aneddoti più particolari? Oggi la protagonista di questa nostra rubrica che ripercorre la giovane età di questi predestinati è Francesca Schiavone.
Francesca nasce a Milano nel 1980 da una famiglia con la madre di origine bresciana e il padre avellinese; inizia a giocare a tennis vicino casa sin da piccola per poi passare all’età di undici anni in un’accademia milanese più prestigiosa. Continua a lavorare duramente sui campi laziali della Federazione che troppo spesso le preferisce Antonella Serra-Zanetti, poi Schiavone cominciò a vincere, esplose e fece enormi progressi tecnici e tattici, aiutata dal suo carattere sempre forte.
Nel periodo milanese fu allenata da Barbara Rossi che ha raccontato un aneddoto particolare riguardo a una delle prime sconfitte di Francesca: al termine del match sparì e fu impossibile trovarla fino a che ricomparve con una frase che segnò tutta la sua futura carriera: “Non è possibile che abbia perso! Significa che devo lavorare di più”. Schiavone infatti lavorava tantissimo ed era complicatissimo farla uscire dal campo; voleva migliorarsi a tutti i costi, cosa che fece anche quando raggiunse i grandi traguardi nel circuito WTA.
Sempre grata alla famiglia per aver avuto la possibilità di prendersi il suo sogno, la Leonessa (così soprannominata per il suo spirito combattente e le origini bresciane della madre) si è distinta per il suo tennis fatto di colpi spettacolari con un rovescio a una mano da antologia. Creativa, sempre pronta a variare gli schemi in campo e con una preparazione atletica invidiabile: un’arte quasi naturale che veniva costantemente affilata grazie ai duri allenamenti.
Una grande dote di Francesca Schiavone era l’abilità di far giocare male le avversarie, a volte poco apprezzata, ma molto efficace: non restituiva mai due palline uguali e come disse anche una certa Martina Navratilova Francesca è stata una delle tenniste con il maggior talento degli ultimi anni. Con qualche centimetro in più avrebbe faticato di meno a mantenersi al top, ma probabilmente non sarebbe stata lei stessa, ovvero un peperino saltellante dalla viva personalità formidabile in ogni condizione.
Francesca è stata genuina, in campo e fuori, dall’infanzia fino all’età adulta: una guerriera messa poi a dura prova dalla vita senza però essere mai scalfita. D’altronde una che fa la manicure la sera prima della finale del Roland Garros non può avere paura di nulla.
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