Per l’ennesima volta i quarti del mondiale per club ha mostrato poche sorprese nel risultato, ma alcune novità a livello di gioco. Entrambe le squadre sconfitte, sia i coreani dell’Ulsan sia i qatarioti dell’Al Duahil, hanno tenuto testa in questo turno contro avversari molto più forti. Tuttavia il focus che interessa a Bayern e Palmeiras, sulla carta le favorite, è su Al Ahly e Tigres rispettivamente.
Cominciando dai messicani, si può notare quanto siano Gignac-dipendenti. Il francese, come è risaputo, ha ritrovato una nuova linfa in Messico e un regime atletico finalmente stabile, diventando perfino cittadino messicano. In quasi 6 anni con la maglia del Tigres ha messo a segno 146 gol in 245 partite, trasformandosi in una vera leggenda del club con il trionfo in CONCACAF Champions League.
Ha trascinato i suoi in questo quarto di finale con una doppietta davanti all’Ulsan. Per il resto i suoi compagni hanno combinato poco. Aquino, centrocampista dei felinos, è entrato nella storia come primo calciatore a essere sostituito con il cambio aggiuntivo per gli infortuni alla testa. Invece gli altri hanno preferito aspettare che l’ex attaccante della nazionale francese risolvesse il match. I campioni d’Asia hanno cercato di guastare loro la festa, ma la VAR li ha (giustamente) condannati al 2-1. Il rigore del raddoppio di Gignac è arrivato proprio grazie alla moviola, la quale ha annullato anche il gol in rovesciata di Yut Bit-Garam. Il rigore è stato provocato da un tocco di mani fortunoso di Kee-Hee, autore della prima rete dell’incontro.
Sempre la VAR è stata protagonista alla Città dell’Educazione, ma senza incidere sui destini delle due compagini. Per centimetri Bwalya si è visto annullare una rete a dir poco spettacolare, contando anche il grido durante la sua esultanza sugli spalti. I tifosi dell’Al Ahly hanno riportato alla mente momenti che ormai da mesi in Europa non si vivono più in uno stadio da tempo. Nonostante fosse l’Al Duhail la squadra di casa, si sentivano solo i cori della squadra egiziana. Questo grande tifo ha fatto da contorno a un grandissimo primo tempo della squadra migliore d’Africa.
Molti l’hanno definita anche la squadra del secolo africana e nella prima frazione l’Al Ahly ha fatto vedere calcio-champagne. Tanti passaggi, manovre veloci e intensità a mille fino alla gioia di El Shahat. Sembrava una qualsiasi formazione agli ottavi di Champions League europea per le strategie adottate. Poi poco a poco nella ripresa le belle giocate hanno lasciato spazio alla stanchezza, al pragmatismo e alla quasi figuraccia del portiere El Shenawy. Non riuscendo a bloccare il pallone in un controllo banale, lo ha mandato fortunatamente in angolo. I brasiliani dei padroni di casa, Dudu e Edmilson Junior, hanno provato a creare qualcosa, ma senza grande successo. Il primo ha così bruciato la possibilità, già molto remota a inizio competizione, di ritrovarsi la sua ex squadra in finale, il Palmeiras.
Dopo queste due sfide i campioni d’Europa e del Sudamerica possono ritenersi ancora i favoriti per approdare all’atto finale. Il Verdão non avrà problemi, se giocherà nello stesso modo solido mostrato fin qui, sul Tigres. Il solo Gignac non può bastare per eliminare un team ben organizzato come quello di Abel Ferreira. Invece dall’altro lato del tabellone si scontreranno due filosofie molto simili, ma con due qualità e intensità troppo squilibrate. I tedeschi hanno in campo atleti di prima scelta, mentre gli arabi hanno grossi limiti tecnici. Si prospetta ancora una volta una sfida tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, ma nel calcio ovviamente non si sa mai.