Cagliari, analisi di un mercato contraddittorio
Il Cagliari è stato senza dubbio il club che nell’ultima sessione di calciomercato si è rivelato più attivo. La situazione deficitaria di classifica, unita al progetto Di Francesco che scricchiola in modo sensibile, ha spinto la dirigenza rossoblù a correre ai ripari.
Troppo importante la fragilità difensiva della squadra, alle prese con uno degli score peggiori della Serie A e pure l’incapacità di dare una scossa. Il presidente Giulini, al culmine della crisi, ha sorpreso tutti prolungando il contratto già esistente con il tecnico, dando un segnale chiarissimo ai giocatori: “Non importa se ci sono tanti nazionali in rosa: se le cose non dovessero cambiare, resterebbero a giocare a Cagliari in un’altra categoria. Vorrei che questo fosse chiaro a tutti“. Presidente, è stato chiarissimo.
Avanti con Di Francesco, quindi. Ma la squadra aveva bisogno di ritocchi fondamentali. Intanto il nuovo ritorno di Nainggolan (Inter), poi Duncan (Fiorentina) a supportarlo in mediana dopo il grave infortunio di Rog. Per completare il reparto ecco un altro rientro, quello di Deiola (Spezia), diventato ormai un classico di gennaio. Via anche Oliva al Valencia. Di Francesco non può disporre al momento di un regista vero e proprio, da inizio campionato. Sfumata la pista Schöne, ora non sono esclusi nuovi tourbillon a livello di modulo.
La difesa ha visto la partenza di un alfiere della promozione 2016, Pisacane, che è sceso di categoria (Lecce) una volta resosi conto che DiFra non gli avrebbe dato spazio. Staffetta sulla fascia destra grazie a uno scambio con il Bologna: Calabresi in Sardegna, percorso inverso per Faragò. Pinna via all’Ascoli, Pajac ceduto a titolo definitivo dopo anni di prestiti e nessuna fiducia ricevuta. Ounas ha lasciato la Sardegna dopo nemmeno quattro mesi: a ottobre, al momento della presentazione (LEGGI QUI), le premesse erano ben altre. Non è andata bene. Notizia di mercoledì sera l’ufficialità di Asamoah: il ghanese rappresenta un’incognita notevole, visto che non disputa una partita da oltre un anno e si è svincolato qualche mese fa dall’Inter. I problemi al ginocchio sembrano alle spalle: ora il Cagliari spera di sfruttare la sua esperienza e ottenere maggiori garanzie sulla corsia mancina (e non solo).
Resta un “ma”: quello legato al mancato arrivo di un regista, dopo i tentativi naufragati di altri interpreti fuori ruolo. Né Marin (da mezzala dà il suo buon contributo), né Nainggolan (castrato nelle qualità che lo contraddistinguono), né il muscolare Duncan possono ricoprire quella funzione nevralgica. E allora il centrocampo deve ancora trovare la formula magica, così da dare maggior equilibrio generale alla squadra. Perché i tanti gol incassati non arrivano solo per colpa del pacchetto arretrato…
Il Cagliari 2020-21 si distingue per una rosa anomala: ben 6 centrali difensivi (Carboni, Ceppitelli, Godín, Klavan, Rugani e Walukiewicz) e 7 attaccanti (Cerri, João Pedro, Luvumbo, Pavoletti, Pereiro, Simeone e Sottil) danno scelta a Di Francesco, è indubbio: però il rischio di malcontento tra i giocatori è concreto. Insomma, nonostante i movimenti, la compagine rossoblù non sembra avere punti di riferimento solidi per risalire la china senza indugio. Il termine “confusione” in questo momento va per la maggiore.
(In collaborazione con Francesco Cucinotta)