Seconda competizione europea per club, per un decennio la Coppa UEFA ha avuto le sembianze della Coppa Italia: 8 vittorie, 10 finali, 4 “derby” in finale tra l’89 e il ’99 per il calcio tricolore, che in Coppa UEFA sprigionava lo strapotere di un Campionato all’epoca saldamente ai vertici del calcio continentale.
Nel nuovo Millennio, però, questo feeling si è bruscamente interrotto: da doppione della Coppa Italia, la Coppa UEFA si è tramutata in genitrice di amarezze e cocenti delusioni, che ci apprestiamo a raccontare nella speranza di vedere presto interrotto un digiuno divenuto oramai ventennale.
La Coppa UEFA 2003/2004 di Eurotonfi, entrambi abbastanza clamorosi, ne regala nostro malgrado due. Il primo, in ordine cronologico, è quello dell’Udinese di Luciano Spalletti: il tecnico di Certaldo, che di lì a poco scriverà pagine importanti alla guida della Roma, vive nell’autunno del 2003 una eliminazione per la quale si faticano a rinvenire elementi calcistici non riconducibili a un black-out: quella al Primo Turno per mano degli austriaci dell’Austria Salisburgo.
LA SQUADRA: UDINESE
La stagione 2003/2004 è la seconda “piena” in Friuli per Luciano Spalletti: dopo il positivo 6/o posto della stagione precedente a Udine i bianconeri cambiano poco i propri connotati sul mercato. Non indifferente l’addio di Roberto Muzzi, che torna nella sua città natia vestendo il biancoceleste laziale, in una trattativa che vede compiere il percorso inverso all’argentino Castroman; in entrata, per ovviare alla partenza di Muzzi, sbarca a Udine Dino Fava capace di chiudere al 2/o posto la classifica marcatori cadetta del Campionato precedente, refertando 22 centri con la maglia della Triestina.
Per il resto il roster di Spalletti è più rodato, e risulta essere il giusto mix di talento, esperienza e gioventù: giocatori come De Sanctis, Bertotto, Sensini, Jankulovski e Jørgensen sono infatti le chiocce perfette per la crescita di talenti come Felipe, Krøldrup, Muntari, Pinzi e Pizarro.
All’esordio in Campionato la Roma di Capello passa al Friuli 2-1 con i gol di Delvecchio e Montella render vano il momentaneo 1-1 di Krøldrup ma i bianconeri destano un’ottima impressione; un rigore di Pizarro stende il Modena al Braglia nel finale nel turno successivo, ma prima dell’Austria Salisburo arriva poi un solo punto tra Inter (0-0) e Bologna (sconfitta 2-0 al Dall’Ara).
L’AVVERSARIO: AUSTRIA SALISBURGO
Dici Salisburgo e pensi alla Red Bull, a quella squadra capace di conquistare undici degli ultimi quattordici Campionati austriaci lanciando sui grandi palcoscenici talenti del calibro di Naby Keïta, Erling Braut Håland e in ultimo Dominik Szoboszlai, o ancora tecnici del calibro di Trapattoni, Roger Schmidt, Marco Rose.
Quando, nell’estate del 2003, l’urna dell’UEFA accoppia gli austriaci all’Udinese, però, la Salisburgo del calcio non è niente di tutto questo: la Red Bull non è ancora di casa da queste parti, e il primo riscontro lo si ottiene già guardando ai colori sociali: l’originale bianco-viola e il nome che, di lì a qualche anno, saranno fagocitati dal gruppo Red Bull generando anche una scissione in seno alla tifoseria locale con la conseguente nascita di una nuova compagine, l’Austria Salzburg, fondata dai supporters contrari al “rebranding” imposto dalla Red Bull. Razionali “di cuore” più che tecnici quelli che portano alla nascita dell’Austria Salzburg, che oggi milita nelle serie minori austriache.
Nel 2003/2004 l’Austria Salisburgo è reduce da un brillante terzo posto in Bundesliga, ottimo per una squadra reduce da tre sesti posti consecutivi e tra le cui fila latitano gli elementi di spessore.
Nell squadra che, all’epoca del sorteggio con l’Udinese è allenata dal danese Lars Søndergaard , sono poche le individualità di spicco. Le più note al pubblico italiano sono quelle di tre ex-militanti del Campionato del Belpaese: su tutte il tedesco Thomas Hässler, centrocampista ex-Juventus e Roma oltre che membro della Nazionale tedesca Campione del mondo nel 1990 e d’Europa nel 1996. Al 37enne tedesco si aggiungono altre due vecchie conoscenze del calcio tricolore, pur se con un passato meno ricco di allori: trattasi del cileno Mario Salgado, capace di mettere a referto una trentina di reti tra A e B nei primi anni duemila tra Brescia ed Hellas Verona, e di Goran Tomić simil-meteora di Vicenza e Reggina prima del trasferimento oltralpe.
L’Austria Salisburgo che arriva alla sfida con i friuliani è reduce da un entusiasmante terzo posto nella Bundesliga precedente, ma il Campionato 2003/2004 inizia in maniera letteralmente disastrosa. I ragazzi di Søndergaard mettono assieme 3 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte: alla10/a giornata il Salisburgo è penultimo in classifica.
Apparentemente, i ragazzi di Spalletti, non avrebbero potuto chiedere sorteggio migliore al Primo Turno di Coppa UEFA.
LA DOPPIA SFIDA
First-leg a Salisburgo, il 24 settembre del 2003. Spalletti, invero, non esagera col turn-over: nei bianconeri che sfidano l’Austria Salisburgo in campo trovano posto De Sanctis, Bertotto, Jankulovski e Jørgensen, con Dino Fava che si fa trovare pronto al proprio esordio europeo: proprio l’ex-Triestina, infatti, decide al 36′ del primo tempo in favore dei friulani la gara con il Salisburgo, disputatasi a Linz.
Sembra che la sfida di Udine del 15 ottobre 2003 non debba nascondere troppe insidie, nonostante un risultato che non precluda agli austriaci sogni di gloria. A scanso di equivoci Spalletti manda in campo uno Starting-XI nel quale, rispetto alla gara di andata, trovano posto anche Iaquinta e il metronomo bianconero David Pizarro. Negli ospiti le chances di ribaltone sono affidate, anche, alla presenza i campo dal 1’ di Thomas Hässler assente nella gara di Linz.
Quindici minuti e, rocambolescamente, i padroni di casa trovano nuovamente il vantaggio: è un tiro-cross di Bertotto a beffare Arzberger, illudendo ulteriormente i bianconeri che i giochi siano fatti e il turno ipotecato. Errore fatale quello dei friulani, che vivacchiano e fanno vivacchiare una partita che si riaccende improvvisamente a ridosso dell’ora di gioco: è proprio Hässler a trovare una punizione che beffa De Sanctis e, in qualche modo, porta gli austriaci a un solo gol da una sorprendente qualificazione al turno successivo.
Il gol dell’1-1, evidentemente, qualcosa sposta: in casa Salisburgo cresce il desiderio di provarci nell’ultima mezz’ora di gioco, in quella friulana forse la difficoltà nel riattaccare la spina viaggia a braccetto con la paura di gettare alle ortiche un passaggio del turno virtualmente ipotecato.
Cosa che, puntalmente, accade a una dozzina di minuti dal termine: Ibertsberger, fa partire un fendente che supera nuovamente De Sanctis e gela i 20mila del Friuli, per il turno successivo si qualifica clamorosamente l’Austria Salisburgo.
…E POI?
L’eliminazione in Coppa UEFA è per certi versi sconcertante, ma i bianconeri di Spalletti riusciranno presto a mettersi alle spalle la bruciante sconfitta. In Campionato si riparte dal 2-0 all’Empoli; in chiaroscuro il girone di andata dei friulani, che comunque al giro di boa sono settimi, virtualmente al posto della Fiorentina dietro le ex “sorelle”.
Il Campionato 2003/2004 vedrà i bianconeri di Spalletti riuscire a togliersi anche alcune soddisfazioni non da poco (come il blitz per 2-1 con l’Inter a San Siro o i quattro punti strappati al Milan futuro Campione d’Italia), concludendo come nel girone di andata il Campionato al 7/o posto. Il piazzamento ottenuto varrà una campagna europea anche nella stagione successiva per i bianconeri che, nel 2004/2005, vedranno chiudersi con un risultato clamoroso il ciclo di Spalletti a Udine: in Friuli, infatti, arriverà un sorprendente 4/o posto che al tecnico di Certaldo varrà la conquista dei preliminari di Champions prima di salutare la piazza bianconera per volare a Roma, lungo la sponda giallorossa del Tevere.
Il blitz dell’AustriaSalisburgo ha dell’incredible, per le modalità con le quali matura ma soprattutto per il teorico miss-match tecnico in favore dei ragazzi di Spalletti. Quanto ora asserito trova conferma in quanto succede nel successivo turno di Coppa UEFA, quando gli austriaci vengono letteralmente demoliti dal Parma: il doppio confronto termina 9-0 per gli emiliani, che ne fanno quattro in Austria e cinque al Tardini rendendo ancora più incredibile l’eliminazione dell’Udinese. Andrà meglio in patria per gli austriaci che, passando per tre cambi di allenatori, chiuderanno al 7/o posto il Campionato austriaco e, nel 2005, registreranno il sopra citato avvento della Red Bull che ne stravolgerà in meglio le sorti.
La Coppa UEFA 2003/2004, oltre all’Udinese, vede partecipare anche Parma, Perugia e Roma dall’inizio mentre l’Inter “retrocede” dai Gironi di Champions League. Il Parma supera senza problemi Metalurg Donetsk e AustriaSalisburgo per poi crollare in maniera improvvisa e clamorosa contro i turchi del Gençlerbirliği (4-0 totale in favore dei turchi), mentre dopo aver travolto il Vardar Skopje la Roma di Capello si sbarazza di Hajduk Spalato e Gaziantepsor prima di arrendersi agli Ottavi al Villarreal. Fa il possibile il Perugia di Serse Cosmi, reduce dalla vittoria in Intertoto: gli umbri liquidano Dundee e Aris Salonicco, ma al Terzo Turno si trovano al cospetto del PSV Eindhoven dei giovanissimi Robben, van Bommel e Mateja Kežman. Gli olandesi si rivelano un osso troppo duro per il Perugia, che pure al Curi strappa uno 0-0: al Philips Stadion Kežman segna due volte dopo l’1-0 di Hofland, e il gol nel finale di Ze’ Maria assurge solamente a consolation gol. Ultima in ordine di tempo a iscriversi alla seconda competizione europa per club è l’Inter, che supera Sochaux e Benfica, prima di incassare ai Quarti un doppio 1-0 dall’Olimpique Marsiglia di un giovane Drogba che in quella Coppa UEFA arriverà fino in finale.
I francesi, però, non riusciranno ad alzare al cielo il trofeo nella finale di Göteborg: a scrivere il proprio nome nell’Albo d’oro della manifestazione, infatti, sarà il Valencia di un giovane Rafael Benítez vittorioso 2-0 sui transalpini.
EUROTONFI – L’Italia e la Coppa UEFA: ci eravamo tanto amati