Attacco e difesa, in questo Brescia non funziona più nulla
Il Brescia è la grande delusione di questo campionato di Serie B: fresca retrocessa dalla massima serie, la squadra lombarda ha subìto una pericolosa involuzione che l’ha portata a ridosso della zona playout.
Massimo Cellino ovviamente non si è smentito e non si è fatto mancare nulla in questa stagione al limite del catastrofico: quattro allenatori, la cessione di due pilastri come Sabelli e Torregrossa e la mancanza di un progetto hanno fatto storcere il naso alla piazza bresciana, fino all’anno scorso affezionatissima al patron sardo.
L’addio di Lopez e l’arrivo di Dionigi aveva dato la scossa giusta all’ambiente: quattro risultati utili consecutivi e otto punti per rilanciarsi in classifica. Piano piano però questo effetto magico è svanito e le ultime apparizioni hanno destato molte perplessità. Sono arrivate infatti quattro sconfitte in cinque gare e da esattamente 290 minuti le rondinelle non vanno a segno.
L’ultima rete risale al minuto 87 di SPAL-Brescia quando Bjarnason con un colpo di testa a porta vuota completò la rimonta in terra estense. Da lì in poi sono finite le idee in zona offensiva e la cessione di Torregrossa ha sicuramente aggravato la situazione. L’attaccante siculo è sempre stata l’arma in più del Brescia in ogni frangente del gioco, dalla protezione della palla per far salire la squadra fino alla finalizzazione. Donnarumma è sempre isolato e la coppia Ayè-Fridjonsson non dà le giuste garanzie.
L’obiettivo dell’immediata risalita in Serie A è ormai utopistico e anche il presidente ha rotto gli indugi: se ne riparlerà la prossima stagione, quest’anno bisogna salvarsi. Sì, perché la classifica è sempre più preoccupante e la gara di sabato contro l’Ascoli è quasi uno spareggio. Con il mercato ancora aperto, servono sicuramente un paio di innesti per rilanciare il gruppo.
Se l’attacco balbetta, anche la difesa non se la passa di certo meglio: in tutto il girone d’andata la porta di Joronen è rimasta inviolata soltanto una volta, in occasione della sfida casalinga contro il Lecce. Un record negativo per le rondinelle, che soltanto nel 1925, 1926 e 1927 hanno registrato un solo clean sheet nel girone d’andata; in tutti gli altri campionati il numero è sempre stato superiore, in qualsiasi serie.
Un’altra beffa poi è arrivata nell’ultima giornata contro il Monza: il portiere finlandese, sempre attento e mai colpevole sui tanti gol subiti, ha commesso un brutto errore che di fatto è costato un punto e una porta inviolata in più. I brianzoli, corazzata del campionato, non hanno certo impressionato al Rigamonti, ma nonostante questo sono riusciti ad uscire con l’intera posta in palio.
Il girone di ritorno deve essere sicuramente diverso per non compromettere un percorso nato nell’agosto 2017 e culminato con la promozione trionfale in Serie A di due anni fa. Se la parentesi in massima serie è stata solo di passaggio, l’obiettivo di Cellino è quello di mantenersi stabilmente nel calcio che conta. Una stagione sbagliata ci sta, ci mancherebbe, ma l’obbligo è rimanere in Serie B: due retrocessioni consecutive sarebbero una tragedia dalla quale rinascere diventerebbe quasi impossibile.