Uno sprint finale è denso di agonismo. L’atleta accumula le ultime energie rimaste e le concentra tutte sugli ultimi metri con l’unico scopo di essere davanti anche solo di un centimetro. Una volata è questione di secondi e di rapidità nel scegliere la corsia giusta; un piccolo movimento errato o un ostacolo può danneggiare in maniera irreversibile la prova e far sfumare l’obiettivo, lasciando lo spazio al nervosismo e alla rabbia.
Ne sa qualcosa il russo Alexander Bolshunov protagonista in negativo della staffetta maschile di sci nordico disputata a Lahti in Finlandia. Il suo testa a testa con l’atleta di casa Maeki per il secondo posto si è trasformato in una pura follia sportiva. Bolshunov infatti è andato su tutte le furie a pochi metri dall’arrivo, ha rinunciato a gareggiare colpendo l’avversario un paio di volte con la racchetta, accusandolo di un comportamento irregolare. Come se non bastasse, una volta terminata la gara ha travolto lo stesso Maeki rischiando di scatenare una pericolosa bagarre.
La giuria ha ovviamente squalificato la compagine russa cancellando il loro terzo posto, ma il mondo dello sci nordico, a partire dal tecnico della Norvegia, reclama a gran voce una sanzione esemplare per Bolshunov. Una figura da dimenticare per un atleta che qualche settimana fa aveva primeggiato nel Tour de Ski e che guida indisturbato la classifica generale di Coppa del Mondo. Una macchia che avrà bisogno di essere ripulita perché un campione deve essere tale anche nel saper gestire l’eccesso di carica agonistica.