Dalla stagione prossima Amazon trasmetterà, grazie al suo servizio on-demand Prime Video, 16 delle migliori partite di Champions il mercoledì. Un primo passo verso a una maggiore concorrenza nei diritti TV del calcio. In Serie A abbiamo visto da tre anni a questa parte già qualche novità con DAZN. Ben tre dei dieci match di ogni giornata vanno in onda sulla piattaforma britannica. In questo tipo di servizio ovviamente ci sono vantaggi e svantaggi. Da una parte c’è una maggior varietà di prezzi e di offerte per il telespettatore che può scegliere. Dall’altra c’è anche un po’ di confusione, creata però spesso dagli stessi utenti.
Attualmente i diritti, che verranno contesi di nuovo quest’anno per le tre stagioni prossime, sono ripartiti tra SKY e, il già citato, DAZN. Per sottoscrivere un abbonamento alla prima piattaforma per godersi sette su dieci partite ogni fine settimana c’è bisogno di 33,00 euro mensili. Ovviamente non si contano eventuali costi di attivazione che potrebbero essere o meno scontati. Per il secondo abbonamento bastano 9,99 euro mensili, senza nessun altro sovrapprezzo, per tre incontri a settimana di A e tanti altri campionati calcistici ed eventi sportivi di ogni genere. Inoltre DAZN ha sempre voluto soddisfare il cliente, siglando vari accordi convenzionati “tutto in uno” con SKY. Perciò un approdo di Internet potrebbe favorire chi guarda il calcio.
Il 26 gennaio è prevista un’asta tra le aziende per assicurarsi i diritti dal 2021 fino al 2024. La Lega Calcio spera di ricavare 1,15 miliardi a stagione, ma dato il periodo di crisi sarebbe impossibile. Il minimo sindacale per il presidente Dal Pino e l’amministratore delegato De Servio sarebbe almeno 973 milioni annui, ma anche questa cifra sembra un miraggio. Questi ultimi stanno facendo qualsiasi manovra consentita per arrivare a quell’offerta, rendendo il bando più flessibile e dividendo i rischi tra le varie piattaforme. Da una parte ciò consentirebbe di guadagnare senza far spendere troppo denaro al singolo offerente. Però potrebbe causare confusione per il cliente.
Non potrebbe anche essere altrimenti, dato che lo stesso Consiglio di Stato ha proibito a SKY di avere in esclusiva fino al 2022 le gare acquistate al bando. In parole semplici, spendere quasi un miliardo a stagione per partite che dovrebbe rivendere a un prezzo minore a un servizio streaming non sarebbe conveniente per l’azienda. Inoltre il prezzo conseguentemente alto di SKY in un periodo di crisi come questo, caratterizzato dal COVID, sarebbe proibitivo per il telespettatore medio. Questi preferirebbe di gran lunga avere un servizio anche mediocre via streaming, ma con un abbonamento più flessibile e con un costo minore. E qui potrebbe entrare in gioco Amazon o perfino la stessa Lega grazie agli spagnoli di MediaPro.
Il colosso di Jeff Bezos sta prepotentemente ampliando la propria offerta. Se prima era solamente un grande negozio dove comprare regali low cost o articoli per se stessi risparmiando, ora è anche un servizio on-demand di film e serie TV. Amazon ha già offerto un assaggio ai suoi abbonati statunitensi e inglesi con l’NFL e la Premier League l’anno scorso, includendo il tutto nel prezzo di Prime Video. L’azienda americana ora starebbe puntando a trasmettere almeno 150 milioni per tre partite a settimana in co-esclusiva streaming, fino a un minimo di 250 milioni per coprirle tutte in live sempre in co-esclusiva.
La co-esclusiva potrebbe riguardare sia un eventuale canale di Lega sia un altra azienda già di nome noto. Nella prima opzione gli incassi per le squadre sarebbero risicate, come se già non fossero tali. Prevedendo una stagione all’insegna di stadi vuoti e perdite enormi, alcune società italiane finirebbero per cessare di esistere o quasi. Oltretutto anche all’estero l’asta sarà poco agguerrita e molto parsimoniosa. Si prevedono almeno 100 milioni di euro stagionali in meno per i diritti fuori dalla penisola italica. Insomma, la Serie A sarebbe prossima a un periodo di forte crisi. Soprattutto se la stessa Lega Calcio dovesse aprire un canale dedicato alla trasmissione delle partite. Si creerebbe un quasi-monopolio in questo caso ancora più infruttuoso rispetto al passato.
Tuttavia bisognerà aspettare l’apertura delle buste tra qualche giorno per valutare meglio la situazione. Ciò che ci si può augurare è che arrivi un’offerta bilanciata che possa permettere un’udienza ampia. Spezzettare in troppi canali andrebbe a svantaggiare la reperibilità per gli appassionati. Invece un monopolio, con un prezzo di listino spropositato, farebbe desistere questi ultimi ad abbonarsi e a seguire il campionato.