Torregrossa, un attaccante troppo sottovalutato pronto per consacrarsi
La Serie A se l’era già conquistata e poi giocata con la maglia del Brescia, ma la retrocessione l’ha subito riportato in cadetteria, serie che stava decisamente stretta a Ernesto Torregrossa. E così la chiamata della Sampdoria in questo mercato di gennaio è stata provvidenziale, Cellino ha finalmente mollato la presa e il giocatore ha ritrovato il suo habitat naturale.
Sabato sera il debutto con la maglia blucerchiata, l’ingresso nella ripresa contro l’Udinese in vantaggio e il gol dopo soli diciotto minuti, con un colpo di testa perentorio su cross di Augello per completare la rimonta iniziata dal rigore di Candreva.
Torregrossa è il prototipo ideale dell’attaccante moderno: è bravo praticamente a fare tutto. Di testa appunto lo abbiamo già detto, potendo contare su un fisico importante che non gli compromette una discreta velocità e soprattutto un tecnica raffinata. Con la maglia del Brescia ha fatto gol in tutti i modi e anche senza segnare sapeva sempre aiutare i compagni facendo a sportellate da solo contro un intero reparto difensivo. E spesso e volentieri vinceva lui.
All’ombra del Cidneo Ernesto si è consacrato con 41 reti in 128 presenze impreziosite anche da 23 assist, molti dei quali per il suo gemello del gol Donnarumma. Ha saputo guadagnarsi il posto da titolare nel corso degli anni rimanendo sempre umile e sapendo gestirsi anche nei momenti più complicati, come in questa stagione quando per qualche dissidio con Cellino gli è stato tolta la fascia da capitano. Nessun battibecco, testa bassa e tanto lavoro, come sempre.
Ma ora Brescia è un capitolo chiuso e le sue prestazioni sono rivolte al bene della Sampdoria, con un occhio magari alla Nazionale. Oltre a Immobile e Belotti, non ci sono attaccanti italiani dal suo potenziale. A 28 anni i margini di miglioramento sono ancora enormi e se sentirà la giusta fiducia intorno potrà caricarsi il peso di tutta la squadra sulle sue spalle, con il benestare di Quagliarella che compirà 38 anni a fine mese.
L’indole è quella del vero trascinatore e il gol dopo diciotto minuti dal suo esordio ne è la riprova: “È qui da tre giorni, ma è come se fosse con noi da sempre” ha detto Ranieri di Torregrossa. È il complimento più bello che si possa ricevere. Come fai a integrarti in così poco tempo? A farti volere bene da tutti? A prenderti l’abbraccio di gente che fino a ieri nemmeno ti conosceva? Lo spogliatoio amplifica i sentimenti, ti mette a nudo. È un posto unico e risalta le doti umane: anche in questo Torregrossa è un fenomeno.