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L’Inter e la difficile gestione dei prestiti: così i giovani non crescono

Una squadra come l’Inter, obbligata a vincere nel breve, è da diversi anni che gira i suoi giovani talenti in prestito per fargli mettere minutaggio ed esperienza nel loro bagagliaio prima di rientrare nella casa madre. Quest’anno la pattuglia che ha salutato Milano è molto nutrita, ma non si può di certo dire che le scelte fatte dalla società siano state lungimiranti verso i loro tesserati.

Sebastiano Esposito è probabilmente il caso più lampante, girato alla SPAL in Serie B per essere svezzato dopo gli esordi in Serie A e Champions League a soli 18 anni, senza però non entrare praticamente mai nel progetto degli estensi. Sembra un paradosso, ma quello che gli addetti ai lavori considerano un futuro crack ha rimediato soltanto 470 minuti in dieci apparizioni segnando una sola rete in cadetteria.

Meno conosciuto, ma altrettanto assurdo è il caso di Georgios Vagiannidis, terzino classe ‘2001 acquistato dall’Inter la scorsa estate superando la concorrenza di Manchester City e Bayern Monaco. Il greco, inizialmente aggregato alla Primavera, è stato poi mandato in prestito al VV Sint-Truiden in Belgio senza però mai scendere in campo. Nessun infortunio o problema particolare, ma Vagiannidis addirittura non è comparso nemmeno una volta nella lista dei convocati. Un mistero.

All’Hellas Verona figurano Federico Dimarco e Eddie Salcedo, prestati dai nerazzurri agli scaligeri per la seconda stagione consecutiva. Il primo ha “già” 23 anni e non sembra poter rientrare nei piani futuri dell’Inter, mentre il secondo, quattro anni più giovane, potrebbe essere un ottima pedina di scambio per futuri investimenti. Salcedo infatti rientra spesso nelle gerarchie di Juric e si sta mettendo in mostra con due reti segnate in 29 presenze gialloblu.

Lucien Agoumé invece è stato strappato due estati fa al Sochaux per una cifra vicina ai 5 milioni di euro e quest’anno è stato prestato allo Spezia per farsi le ossa; nel club neopromosso sta faticando molto ad imporsi e le sole cinque presenze dimostrano una crescita che tarda a svilupparsi. Anche Lorenzo Pirola non sta ottenendo il minutaggio sperato: nel Monza ha giocato solamente 33 minuti in Serie B con Brocchi che preferisce un solo giovane come Bettella affiancato dall’esperto Bellusci precludendogli lo spazio che l’Inter sperava.

Oltre tutti questi nomi, nei prossimi giorni bisognerà aggiungere anche quello di Pinamonti: il baby attaccante non rientra nei piani di Conte nemmeno come quarta punta e verrà prestato, probabilmente al Benevento. L’Inter non vorrebbe perdere il controllo sul giocatore che comunque fatichiamo a comprendere come possa diventare importante in futuro se anche nei casi di estremo bisogno, quest’anno non è mai stato chiamato in causa.

Questi sono i principali giovani, poi ci sono anche i “vecchietti” che per ridurre il monte ingaggi e con la speranza che i club di destinazione esercitino il diritto di riscatto sono stati prestati altrove. Lazaro, Dalbert e Candreva potrebbero rimpolpare le casse dell’Inter con ben 28 milioni, mentre Nainggolan e Joao Mario torneranno nuovamente alla base prima di cercare nuovi accordi per una cessione definitiva.

Il mercato dopo la pandemia sarà molto povero e far crescere i propri talenti rappresenta un ottimo modo per ovviare a questo problema: il potenziale c’è, manca forse la gestione. D’altronde in Italia è un dilemma arcinoto: siamo veramente un paese per vecchi?