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Lautaro torna virtualmente al Racing: analisi Inter-Crotone

Tra Inter e Crotone termina 6-2 per i padroni di casa, trascinati da un Lautaro Martinez in grande forma. I nerazzurri continuano così l’inseguimento ai cugini del Milan, entrando sempre più nel vivo della lotta scudetto. L’Inter non vinceva otto partite consecutive dal 2008, statistica che dà sempre più ragione all’operato di Antonio Conte. Da ben settant’anni non mettevano a segno almeno 40 gol nelle prime quindici giornate.

Il nuovo allenatore, oltre a portare fin qui la propria squadra, ha anche plasmato il gioco di Lautaro. L’argentino appena sbarcato a Milano giocava in modo molto più statico, non riuscendo a stare in coppia con Icardi. Oggi invece ci si trova di fronte a un vero numero 10 che corre a destra e a manca, trovando perfino il tempo di segnare la sua prima tripletta in Serie A. Prima di destro, poi di sinistro e infine di testa sul tap-in vincente dopo un tiro di Perišić. L’ultimo a riuscire in questa impresa è stato proprio l’ex capitano nel 7-1 del 2017 contro l’Atalanta.


Questa tripletta ricorda tanto i tempi del Racing quando sconfisse con lo stesso numero di reti per 4-2 il Cruzeiro in Libertadores. In Argentina era anche un buon assistman per Lisandro Lopez, per il quale aveva fornito 3 su 5 assist nella sua ultima stagione. In questo lunch match infatti mostra tutte le sue qualità di uomo-squadra. Nel primo tempo, quando il Crotone passa in vantaggio, pareggiando poi prima del ritorno negli spogliatoi, non si limita ad aspettare il pallone. Cerca anche più di una volta il cross in area come un esterno, senza aver successo.

Chi è da incolpare per i traversoni non andati a buon fine sono i colpitori, su tutti Vidal. Il cileno, oltre a provocare un rigore, è molto prevedibile e lento, sprecando così le opportunità. Ciononostante sono da lodare i movimenti della punta, visto che Marrone non lo contrasta mai. Il primo gol interista deriva proprio da una disattenzione del difensore, che dieci minuti più tardi segna un’autorete, sfilando il poker dalle mani di Lautaro. Pur non mettendo in saccoccia assist, propizia anche la gioia di Hakimi nella sesta rete con l’ennesimo velo. Disorienta così ogni volta la difesa, disastrosa e statica dei pitagorici.

Il 23enne nella ripresa invece sfoggia un calcio più incentrato verso la porta, lasciando il lavoro sporco a Lukaku. Comunque anche il belga mette il proprio nome sul tabellino, atterrando come un giocatore di bowling gli avversari che sembravano birilli, raggiungendo 35 centri nelle prime 50 gare. Meglio di lui solo i due Ronaldo (CR7 e Nazário), Shevchenko, Milito e Montella. Le analogie quindi per Martinez con quell’incontro in Copa si rifanno vive con lui capace di condurre una prestazione fuori area convincente, mantenendo il senso della posizione di fronte al portiere. Non è un caso che negli ultimi 11 metri si ritrovi sempre smarcato, pronto a colpire.

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Florind Lucas Xhaferri