27 dicembre 2020. All’85’ di Frosinone-Pordenone il tecnico ciociaro Alessandro Nesta manda a scaldare precauzionalmente Andrea Trovato, portiere di riserva classe 2002. Tutto nella normalità, se non fosse che il giovane estremo difensore andrebbe a sostituire, in caso di necessità, un giocatore di movimento. Il Frosinone infatti, a causa delle numerose defezioni per covid-19, è costretto a giocare contro il Pordenone con soli 14 uomini a disposizione (tra cui tre portieri). Una situazione incredibile, paradossale, dettata dall’emergenza. Alla fine Trovato non entrerà, si limiterà a fare una corsetta di riscaldamento e si fermerà a pochi passi dalla storia. Ma c’è chi quella storia l’ha scritta.
È il 11 giugno 1989. Si gioca la terzultima giornata di campionato, il Napoli secondo in classifica va a far visita all’Ascoli di Bersellini. I partenopei, con l’Inter avanti di dieci lunghezze e ormai fuori dai giochi scudetto, hanno numerosi calciatori fuori per infortunio: il primo della lista è capitan Maradona, a cui si aggiungono Carnevale, Filardi, Romano, De Napoli e Fusi. Perciò Ottavio Bianchi è costretto a schierare una formazione obbligata: Giuliani, Bigliardi, Francini, Corradini, Alemao, Renica, Carannante, Crippa, Careca, Bucciarelli, Neri. In panchina l’unico giocatore di movimento è il giovane Cosimo Portaluri, che aveva esordito in prima squadra la settimana precedente nell’1-1 contro la Sampdoria. Insieme a lui c’è anche il portiere di riserva Raffaele Di Fusco, oltre all’indisponibile Romano.
Il Napoli è ovviamente condizionato dalla numerose assenze. In campo fatica enormemente, pur contro una squadra inferiore come l’Ascoli. I marchigiani, invece, sanno di avere una grande occasione. Spingono con insistenza e al 17′ passano in vantaggio: segna Borislav Cvetković, che ben imbeccato dall’ex Bruno Giordano, scarta Giuliani e appoggia col sinistro in rete. Passano solo sette minuti e l’Ascoli raddoppia su calcio di rigore concesso per mani in area di Carannante – avrebbe dovuto essere anche espulsione, vista la respinta sulla riga di porta – e realizzato da Giordano.
La partita sembra esaurirsi qui, ma al 79′ si fa male Careca. Al 56′ era già entrato Portaluri in luogo di Bucciarelli, così a Ottavio Bianchi non resta altro che l’unico cambio possibile, l’inserimento del “dodicesimo” Di Fusco. Il portiere casertano, che per l’occasione veste la maglia azzurra numero 16, si getta nella mischia e si piazza come centravanti al posto del fuoriclasse brasiliano. Nei minuti finali ha anche la grande occasione per segnare: su azione di calcio d’angolo, si tuffa di testa e indirizza bene verso la porta, ma Pazzagli fa buona guardia e blocca il tentativo. Nonostante il gol mancato il nome di Di Fusco, fedele scudiero del primo portiere Giuliani, trova posto nei libri di storia del calcio italiano.