Venti grandi campioni del tennis, di oggi e del passato: tutti sappiamo chi sono e cosa hanno vinto, ma agli albori delle loro carriere per cosa si contraddistinguevano e quali erano i loro aneddoti più particolari? Oggi la protagonista di questa nostra rubrica che ripercorre la giovane età di questi predestinati è Chris Evert.
Christine Marie Evert nasce in Florida nel 1954 e si appresta al mondo del tennis a cinque anni giocando sui campi in terra guidata dal padre Jimmy che le raccomandava sempre i movimenti base di ogni colpo: “Porta la racchetta indietro, girati lateralmente, entra in campo quando colpisci la palla”. Questi insegnamenti la accompagneranno per tutta la carriera tanto che a ritiro avvenuto dichiarerà che li ripeteva mentalmente ogni volta prima di scendere in campo.
A 15 anni sconfigge l’indiscussa numero uno del mondo Margaret Court Smith, fresca vincitrice del Grande Slam e tutto il mondo si accorge del suo talento: il padre però non si sbottona, non le fa bruciare le tappe e programma i successivi anni centellinando i tornei e concentrandosi sempre sugli allenamenti. Intelligenza tattica, concentrazione e profondità di palla: su questi tre comandamenti Chris Evert ha costruito la sua leggenda che fece innamorare l’America.
Fu tra le prime donne ad usare il rovescio a due mani, diventato ormai consuetudine nel tennis femminile moderno e la sua dote principale di era la straordinaria concentrazione: un suo errore gratuito negli scambi con l’avversaria costituiva un fatto praticamente eccezionale. Già da giovanissima veniva chiamata “la scolaretta che non ride mai” per la sua freddezza in campo. Negli anni ’70 essere un’atleta donna era ancora un tabù e così Chris si vestiva in modo ricercato e si truccava spesso nonostante non le piacesse stare sotto i riflettori: se nel tennis di oggi la parità di genere è un tema all’ordine del giorno è perché campionesse come Evert hanno elevato il tennis femminile con il loro carisma e con i loro record.
“Un campione odia la sconfitta più di quanto ami la vittoria” è il mantra che ha portato Chris Evert nella leggenda non solo del tennis: era un’assassina che indossava bei vestiti e diceva le cose giuste, ma intanto faceva a pezzi gli avversari.
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