La mentalità di Conte finalmente aderisce alla squadra: analisi di Verona-Inter
Tanto criticato, Antonio Conte raggiunge il settimo successo consecutivo in questa Serie A. Contro l’Hellas Verona l’Inter soffre, ma tiene duro, vincendo 1-2 e continuando l’inseguimento al Milan. Si nota qualche leggero miglioramento finalmente, soprattutto a livello psicologico. Pur con qualche leggera sbavatura, i milanesi portano a casa una solida prestazione.
Tra le sbavature rientra il gol subito. Ha quasi dell’imbarazzante la rete di Ilić che approfitta dell’errore di Handanović. Al portiere scivola la palla, Škriniar davanti a lui dando per scontato il controllo lascia l’attaccante libero di esultare. Il gialloblù diventa il più giovane marcatore con 19 anni 281 giorni di quest’edizione. Oltre a ciò, ci sono pochi problemi da parte del trio difensivo.
Rischiano sull’incursione dell’ex Di Marco, lasciato da Hakimi, parato successivamente dal portiere. In complesso una buona prova che scaccia alcuni fantasmi del passato. La difesa a tre funge anche da recupera palloni al posto di un centrocampo poco in forma nella prima frazione. Sempre combattivo Stefan de Vrij, alla 100esima presenza in nerazzurro, a lottare su ogni pallone.
Il 3-5-2 funziona finalmente, non solo nella testa del mister interista. In assenza di un fantasista vero e proprio, gli esterni si occupano di creare sulle fasce. Il risultati si vedono perché le gioie arrivano proprio da due cross. Hakimi è molto spedito, come un treno, pur lasciando qualche spazio dietro, trova un passaggio decisivo per Lautaro. Fortunatamente dietro c’è qualcuno a coprire nei possessi persi.
L’ispano-marocchino è l’unico atleta di questo campionato a trovare almeno 3 gol e 3 assist. A tempo scaduto serve pure un pallone per Lukaku che, pur mandando facilmente in rete, fa fallo su Magnani, vedendosi così annullare il gol. Da sinistra anche Ashley Young conduce un discreto match, esponendosi un po’ meno. Tenta una volta dalla distanza, trovando il cartellone pubblicitario.
La differenza l’ha fatta non solo lo stile di gioco, ma soprattutto la mentalità di Antonio Conte. Nonostante il pareggio fortunoso subito, cerca di attaccare sin da subito, agguantando il nuovo vantaggio in appena sei minuti. L’allenatore scuote i suoi, facendo tremare soprattutto Milan Škriniar che rimedia all’errore. Borozović sembrava un poco spossato in partita, tuttavia mette in area un bel passaggio alto per la testa del centrale, tornato a buttarla dentro dopo 1033 giorni. L’ultima volta nel febbraio 2018 nel 2-0 rifilato al Benevento. Questo è ciò che serve all’Inter, la capacità di non desistere quando la situazione è sfavorevole.
Gli ospiti così si consolidano come miglior attacco della Serie A, ben 34 centri in 14 giornate. Non accadeva dai tempi di Helenio Herrera (1960/61). In tutto l’anno solare sono 108 i gol in tutte le competizioni, obbiettivo raggiunto per la terza volta dal 1929 a oggi.