Gran Premio di Abu Dhabi, 17/a e ultima tappa del Mondiale di Formula 1 2020. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Yas Marina con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Sebastian Vettel – Doveva essere un addio come tanti, privo di emozioni considerato che il tedesco non aveva nulla da chiedere a questo Gran Premio. Ma un quattro volte campione del mondo, pur se si classifica quattordicesimo, non può rendere banale la sua ultima corsa in Ferrari, l’ultima di 119 gare (con 14 vittorie) con le insegne del Cavallino. E quindi il tedesco nell’ultimo giro si esibisce in una versione di “Azzurro” di Adriano Celentano modificata in maniera di ringraziare i meccanici e tutti i tifosi della Rossa. Impossibile rimanere insensibili. Seb, grazie di tutto.
Viaggia in 6/a marcia, Max Verstappen – L’altro messaggio che viene fuori dall’ultima gara del 2020. Per una volta, l’olandese e la Red Bull sono stati decisamente il binomio più forte per l’intero fine settimana. Lo ha ammesso lo stesso Hamilton senza trovare scuse. Se questo accadesse più spesso anche nel 2021, potremmo avere un Mondiale decisamente più entusiasmante.
Viaggia in 5/a marcia, la McLaren – Obiettivo raggiunto all’ultimo soffio. Sfruttando il suicidio sportivo della Racing Point, grazie al quinto posto di Norris e al sesto di Sainz (all’ultima gara con la scuderia di Woking prima di passare alla Ferrari), la McLaren risale sul podio del Mondiale Costruttori con il terzo posto che arriva dopo 8 anni di assistenza. E con il propulsore Mercedes, la forte prospettiva di migliorare.
Viaggia in 4/a marcia, Valtteri Bottas – Dopo il crollo psicologico di sette giorni fa a Sakhir, il finlandese si riscatta parzialmente. Con un Hamilton in un’inedita versione scudiero e consapevole di aver dinanzi un Verstappen imbattibile, riesce perlomeno a centrare quel secondo posto che gli vale l’altrettanto piazzamento nel Mondiale piloti.
Viaggia in 3/a marcia, la Ferrari – La macchina è andata regolare come le altre gare, ossia male. Però anche questa volta è mancato il guizzo strategico. Quando c’è stata la Safety Car per rimuovere la Racing Point di Pérez, probabilmente sarebbe stato più giusto far entrare almeno Leclerc per montare le gomme dure, invece di farlo restare fuori con le gialle. Magari qualche possibilità in più per andare a punti ci sarebbe stata.
Viaggia in 2/a marcia, la Williams – 0 punti in classifica costruttori. Mai accaduto nella storia della scuderia di Grove. E, lo diciamo da appassionati di Formula 1, non deve mai accadere più. Toccherà ai nuovi proprietari della Dorilton Capital fare in modo che la scuderia fondata da Sir Frank e da Patrick Head torni almeno a essere competitiva per la zona punti.
Viaggia in 1/a marcia, la Racing Point – Dalle stelle alle stalle in giro di sette giorni. A Sakhir, il successo di Pérez e il terzo posto di Stroll sembravano aver messo la parola fine al discorso terzo posto nel Mondiale Costruttori. Sembravano, appunto. Poi, in gara, il patatrac. La pompa dell’olio del motore Mercedes tradisce Pérez, mentre Stroll si fa vincere dall’anonimato nel quale ogni tanto cade e conclude appena decimo. Non sufficiente per impedire il sorpasso in classifica da parte della McLaren.