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ESCLUSIVA – Pastorin: “Campione umile e sorridente. Il ‘mio’ Pablito”

Darwin Pastorin, celebre e stimato giornalista sportivo nonché scrittore ed appassionato di calcio, ha avuto la possibilità di conoscere in modo approfondito Paolo Rossi. Il suo ricordo di “Pablito”, insieme commosso e orgoglioso, per i lettori di MondoSportivo.

Ho perso un amico. Piango un amico vero, che conobbi ai tempi del Vicenza. Un bellissimo rapporto, nato immediatamente, passato attraverso la condanna ingiusta per il calcioscommesse. Una persona umile, sempre disponibile. Tanti ricordi sono per forza legati al Mondiale di Spagna ’82: ma tutto questo successo non aveva intaccato il suo essere, sempre con un sorriso che sembrava un raggio di sole“.

Nella stagione 1981-82 giocò appena tre partite. Bearzot lo chiamò per il Mondiale lasciando a casa il capocannoniere Pruzzo, attirandosi tante polemiche. Critiche rinfocolate dallo zoppicante inizio in Spagna, però Enzo lo difese sempre trasmettendogli fiducia incondizionata. Mi ha sempre detto: ‘Quel 5 luglio ’82 sono nato una seconda volta, grazie a Italia-Brasile. Una rinascita con cui sono riuscito ad allontanare tutte le preoccupazioni e i fantasmi del passato“.

Una carriera purtroppo limitata dagli infortuni. Però in area di rigore sapeva diventare un autentico gigante. Il trionfo mondiale ha lavato tutto, pure certe voci di cattivo gusto che restano delle stupidaggini. Quella squadra unica ed irripetibile era legata al grande albero chiamato Enzo Bearzot“.

Ricorderò sempre con simpatia il suo saluto classico, ogni volta che ci vedevamo. Mi mostrava tre dita della mano, mimando la tripletta rifilata al Brasile: io sono nato in quel Paese e sono sempre stato innamorato della Seleção. Lui lo sapeva e mi prendeva un po’ in giro!“.

La disponibilità di Paolo è un valore che ricorderò con immenso affetto, è rimasto il ragazzo di Prato che inseguiva il pallone. Non rifiutava mai un’intervista, una foto, un autografo. Un’altra istantanea è il suo sorriso luminoso, quelle braccia al cielo a Madrid. Mai un atteggiamento arrogante. Una persona a cui ho voluto davvero molto bene“.