Al Camp Nou, Andrea Pirlo è riuscito a mettere in campo una Juventus tatticamente perfetta, orchestrando una sinfonia senza alcuna nota stonata, centrando una vittoria che ha il sapore di un’impresa: era dal maggio 2013 (0-3 contro il Bayern Monaco) che il Barcellona non perdeva una gara casalinga di Champions League con un margine di almeno tre gol. In un coro perfetto, ogni elemento dell’orchestra è riuscito a distinguersi: la velocità di Cuadrado, l’impenetrabilità di DeLigt, l’equilibrio dell’ex Arthur, gli inserimenti di McKennie – che a 22 anni è il quarto straniero più giovane di sempre a segnare con la Juventus in Champions – il valore di Morata che risulta fondamentale nelle manovre di gioco anche quando non trova il gol.
Inutile poi, riaccendere le luci sull’eterno duello. Cristiano Ronaldo però, che aveva saltato la gara di andata, si è preso il palcoscenico del rivale segnando la sua terza doppietta ai catalani, dopo quelle realizzate nell’ottobre 2012 (in Liga) e nel febbraio 2013 (in Copa del Rey). Messi, invece, ha preferito rimanere dietro le quinte di uno spettacolo che non sente più il suo, comparendo soltanto per un cameo su punizione facendo sorridere Buffon che, a 42 anni, è diventato il giocatore più anziano a disputare un incontro di Champions League.
Ritmo, melodia e armonia: c’è tutto nella Juventus più bella della stagione, totalmente diversa rispetto a quella spesso opaca vista in campionato, in cui stenta a costruire e a trovare un’identità di gioco. Certo, a detta dello stesso allenatore, è facile essere stimolati quando si hanno di fronte questo tipo di avversari. Meno facile, eseguire tra il vento di Barcellona uno spartito perfetto, annichilendo con grinta e superiorità numerica in mezzo al campo un Barça inerme, già in crisi.
Che il Camp Nou abbia finalmente ispirato la musica giusta? La platea del calcio ha titubato sin dal primo DO sul Pirlo allenatore. Come se per incantare anche fuori dal campo servissero anni di solfeggio. Una piccola rivincita sui miscredenti. E se questa è un’iniezione di fiducia non resta che continuare a guardare lo spettacolo. The Show Must Go On.