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Addio a Papa Bouba Diop: un gol per l’eternità

Il calcio africano piange un altro eroe iconico, che ha contribuito a far crescere il movimento del continente a livello mondiale. Papa Bouba Diop, ex stella del Senegal al Mondiale 2002, è morto a 42 anni dopo una lunga malattia.

Una notte di maggio

Quando un semplice gol, neppure così bello per fattura, è capace di proiettarti dall’anonimato alla gloria eterna. Stiamo parlando esattamente del percorso compiuto da una leggenda del calcio africano, Papa Bouba Diop, che grazie a quella marcatura verrà ricordato per sempre nella memoria storica degli appassionati. Era il 31 maggio 2002. “Il centrocampista Papa Bouba Diop ha messo in scena il cast francese dai nomi stellari, per segnare il primo gol decisivo del torneo dopo 30 minuti“, scrisse la BBC. Campione del mondo e d’Europa in carica, la Francia approdò alla fase finale del Mondiale nippo-coreano con le stimmate della squadra da battere. Tanti campioni in fila, ricchi di gloria e titoli. Lo spericolato portiere Barthez, i granitici Thuram e Desailly, il geniale – assente quel giorno per infortunio – Zidane. E ancora: Henry, Trezeguet, Pires, Vieira, Djorkaeff, Cissé… Un debutto non proibitivo, sulla carta, contro il debuttante Senegal. La Francia quel giorno visse, con le dovute proporzioni, la sua Corea.

Nel posto giusto, al momento giusto

Come detto, una banda di carneadi contro i campioni del mondo. Per la Francia finì male… Il mattatore della gara fu il funambolo El Hadji Diouf, che fece ammattire una difesa transalpina scopertasi stagionata tutta in una volta. Ma il gol che scrisse la storia fu siglato da un corazziere nero dal curriculum silente: Papa Bouba Diop giocava come centrocampista in Europa già da qualche anno. Precisamente in Svizzera, dopo gli inizi nel suo Senegal. Nato a Dakar il 28 gennaio 1978, militò nel Vevey-Sport, nel Neuchâtel Xamax e nel Grasshopper. Nel 2002 Bruno Metsu lo convocò per il Mondiale asiatico, prima – e finora unica – storica partecipazione per i Leoni del Teranga. Fisico statuario – 194 centimetri di muscoli – e discreta confidenza con il gioco aereo e la porta avversaria, Diop fu schierato titolare in quella gara che aprì il Mondiale. E si fece trovare pronto, nel posto giusto al momento giusto.

Un gol per la storia

Diouf supera Leboeuf in velocità e si invola sulla sinistra. Giunto quasi sul fondo, mette in mezzo all’area rasoterra con un destro sapiente. Ha visto l’inserimento di Papa dalle retrovie: calcia Petit, ma addosso al compagno Barthez. La respinta è lì, pronta per Diop. Da terra, arpiona la sfera con il sinistro depositando nella rete sguarnita! L’eroe biondo della finale ’98 non può far altro che osservare impotente. Papa esplode di gioia e si toglie la maglia, mentre i Leoni di Metsu iniziano a ballare con il Senegal che fa festa insieme al numero 19. Il risultato non cambierà. Francia 0, Senegal 1. Clamoroso!

Addio, campione

Per la cronaca, quel Senegal bisserà il miglior risultato africano ai Mondiali, quello del Camerun ’90, spingendosi fino ai quarti. Nel tragitto Papa Bouba Diop ne fa altri due di gol, all’Uruguay. Diventa un eroe nazionale e strappa un contratto con i francesi del Lens. Due stagioni con i giallorossi, poi una lunga parentesi inglese inframmezzata dall’esperienza ellenica all’AEK Atene. Si ritira nel 2013, con 63 presenze e 11 reti in Nazionale. La morte, avvenuta ieri a 42 anni dopo una lotta impari contro la SLA – conosciuta nel mondo francofono come Malattia di Charcot – ha privato il calcio africano di un’icona, che iniziò a splendere quasi per caso. Per un’estate che non dimenticheremo.

L’omaggio della FIFA, sul suo profilo Twitter, rende l’idea del ruolo di Papa Bouba Diop nella storia del calcio. Riposa in pace, campione.