Il Frosinone espugna il Rigamonti: il Brescia paga a caro prezzo l’inferiorità numerica
Il Brescia non riesce a sfruttare le due partite casalinghe consecutive e rimedia un solo punto: dopo il pareggio di sabato scorso contro il Venezia, quest’oggi è il Frosinone a sbancare il Rigamonti grazie a una prestazione ordinata che rilancia la formazione di Nesta dopo due k.o. consecutivi.
Alle prese con una vera e propria emergenza Coronavirus, Lopez deve rinunciare a molti giocatori cardine come Papetti, Mangraviti, Bisoli e Donnarumma e schiera Verzeni, classe ‘2002, dal primo minuto. Nesta risponde con un 4-3-1-2 a specchio preferendo Dionisi a Ciano, inizialmente in panchina.
L’avvio è tutto di marca bresciana con Jagiello sugli scudi: prima calcia una punizione insidiosa che impegna Bardi, poi allarga per Sabelli che pesca Zmrhal sul secondo palo trovando nuovamente pronto il portiere avversario. Al 14′ Torregrossa segna con la mano emulando Maradona, ma questa volta l’arbitro vede e annulla giustamente. Alla mezz’ora, di fatto al primo tiro in porta, il Frosinone passa in vantaggio approfittando di un liscio di Chancellor: Zampano con un tiro-cross sorprende Joronen, ma sulla traiettoria è un errore del venezuelano a costare caro alle rondinelle.
Passano soltanto sei minuti e il Brescia pareggia subito con Torregrossa, quest’oggi l’uomo in più dei suoi, grazie a un tap-in vincente dopo un batti e ribatti in area su sviluppi di calcio d’angolo. Il numero undici biancoblu, in campo per la prima volta da titolare quest’anno al Rigamonti dopo un periodo difficile, torna al gol coronando una prestazione maiuscola fatta di appoggi e protezioni di palla fondamentali per far salire la squadra.
Nella ripresa Nesta striglia i suoi che escono dagli spogliatoi con un piglio diverso: il Brescia invece nel primo tempo ha speso tanto raccogliendo poco e inizia a tirare un po’ i remi in barca. Rohden si divora un gol sparando alto un piatto volante da pochi passi, poi Dionisi supera Joronen con un pallonetto che però non trova la porta. In quattro minuti, dal 62′ al 66′, viene decisa la partita: entra Bjarnason e nel giro di tre minuti viene ammonito due volte (soprattutto la seconda molto esagerata) lasciando il Brescia in dieci uomini.
Quello che fino a quel momento era un punto che stava quasi stretto alle rondinelle diventa un tesoretto prezioso da difendere. Lopez prova a chiudersi togliendo una punta come Ayè e inserendo Ragusa, ma la missione bresciana viene vanificata a cinque minuti dal termine quando Parzyszek raccoglie un gran riflesso di Joronen su Ciano e deposita in rete il definitivo 1-2.
Le urla del presidente Cellino verso l’arbitro Giua (lo stesso che l’anno scorso espulse Balotelli dopo sei minuti dal suo ingresso) risuonano nella tribuna vuota: il Brescia esce sconfitto e l’obiettivo promozione si fa sempre più distante. Il Frosinone invece ritorna in piena corsa issandosi al quinto posto.