Un metro e 95 di carattere, 21 anni di personalità messa al servizio del Genoa, un destro educato quanto velenoso capace di mettere in crisi le difese avversarie. Gianluca Scamacca è l’uomo del momento alla corte di Rolando Maran, forse uno degli unici motivi che può far sorridere il Grifone nell’ennesimo momento critico delle ultime stagioni. A riportare per un attimo il sereno, però, ci ha pensato proprio Scamacca, l’uomo derby capace di ribaltare la Sampdoria nel quarto turno di Coppa Italia. Un derby è sempre un derby, se poi si tratta di una partita in gara secca, l’appeal non può che schizzare alle stelle. E il Genoa questo lo sapeva bene e con lui il suo attaccante, capace di accendersi nel secondo tempo realizzando la seconda doppietta in altrettante gare di Coppa Italia con la maglia rossoblù.
Andrea Masiello dalla panchina lo chiama “Scamaccone”, Mattia Perin, vedendolo puntare Tonelli in progressione palla al piede gli urla: “Quello te lo mangi, Gianlu!”. La squadra riconosce il suo talento, e lui non fa altro che segnare per ripagare questa fiducia. La personalità non gli è mai mancata, negli anni della crescita ha forse peccato di troppa presunzione, ma il classe ’99 con addosso la maglia del Genoa sembra aver trovato l’equilibrio perfetto tra testa e corpo. Per conferme, ammirare il gol del definitivo 1-3 della sfida contro la Sampdoria: le opzioni di servire i compagni ci sono, ma perché farlo quando hai la sicurezza di poter liberare un sinistro preciso sotto la traversa?
E’ il suo momento, la squadra gioca per lui, Maran lo ha ormai appuntato in cima alla propria lista di attaccanti. I gol parlano per lui: in un mese – dal 28 ottobre, giorno della sfida di Coppa Italia contro il Catanzaro – Gianluca Scamacca ha messo a segno 9 reti tra Campionato, Coppa e Nazionale Under 21, la media esatta di un gol a partita. Uomo della qualificazione degli azzurrini ai prossimi Europei, uomo della provvidenza in casa Genoa in un momento a dir poco delicato del campionato, con l’ultima posizione in classifica distante appena 3 punti.
Una crescita e un percorso di formazione professionale che viene da lontano, dalla terra dei tulipani, in quell’Olanda che da sempre fa della cura dei fondamentali e della fiducia nei giovani la propria arma in più. La scelta di Scamacca è quella di un giocatore maturo, già a 16 anni: dopo gli inizi nella sua città natale con le maglie di Lazio prima e Roma poi, il classe ’99 sceglie il PSV e il calcio olandese, il contesto giusto per “migliorare le proprie lacune”, come riconosciuto dallo stesso giocatore nella conferenza stampa di presentazione con la maglia del Sassuolo. Il Sassuolo, si, se vogliamo il contesto più “olandese” del nostro calcio, quello in cui i giovani possono crescere senza pressione fino a conquistarsi un posto in prima squadra. E non è un caso, infatti, che siano proprio i neroverdi a puntare sul ritorno in Italia di Scamacca, un giocatore nuovo rispetto a quel ragazzino partito per l’Olanda qualche anno prima. Il primo regalo di bentornato, il gigante romano se lo fa ad appena qualche mese dal suo rientro in patria, vincendo con la primavera del Sassuolo il Torneo di Viareggio. Da lì, l’esordio in Serie A, le esperienze in prestito tra alti e bassi con la Cremonese in Serie B e con il PEC Zwolle nuovamente in terra olandese. Il Sassuolo, però, non ha fretta, crede nel talento del ragazzo. C’è solo bisogno di tempo e del contesto giusto. Ed ecco, allora, il prestito all’Ascoli, piazza che ormai da anni ha saputo sgrezzare giovani talenti preparandoli alla massima serie. Con i bianconeri 13 gol in 35 presenze, numeri che saltano subito all’occhio di Daniele Faggiano, fresco di nomina come nuovo DS del Genoa.
Il resto è storia recente, il campo e i numeri parlano per lui. La piena maturità è stata raggiunta, l’anno della conferma tra i grandi è arrivato. Zlatan l’idolo di sempre, con caratteristiche tecniche e consapevolezza nei propri mezzi che possono ricordare quelle del campione svedese. E come lui, anche Gianluca Scamacca ha deciso di prendersi la propria squadra sulle spalle. “Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani”, questa la frase che il classe ’99 ha tatuata sul proprio braccio e Gianluca non ha alcuna intenzione di smettere di ruggire come un leone.