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Vale, ha ancora senso continuare?

Un’altra stagione di MotoGP è giunta al termine. Un anno particolare con l’epidemia di Coronavirus che ha messo il bastone tra le ruote alla Dorna che comunque nel complesso è riuscita egregiamente a salvare il salvabile. Un campionato da sole 14 gare, 10 delle quali corse due volte sulla stessa pista il cui vincitore Joan Mir è stato semplicemente il più costante, ma non sempre il più veloce. E Valentino Rossi? La posizione finale nel motomondiale è emblematica: quindicesimo posto.

La leggenda vivente delle due ruote ha vissuto uno degli anni più tribolati della carriera con la positività al Covid nel mese di ottobre a costringerlo a saltare la doppia trasferta di Aragon. Una volta appurato la guarigione e la non particolare gravità del virus, ci viene da dire che non è cambiato un granché vederlo o meno in pista. Con l’infortunio di Marc Marquez alla prima gara a Jerez (dove anche Vale è caduto e ha quindi rimediato uno zero in classifica) ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa di più dal Dottore, ma dopo il fuoco di paglia del podio nella successiva tappa spagnola la sua stagione si è irrimediabilmente spenta.

Un quarto posto nel Gran Premio di casa a San Marino è stato di fatto il suo ultimo acuto primo di una debacle che ha del clamoroso; va comunque aggiunto che non si tratta completamente di sue colpe in quanto la Yamaha non si è mai dimostrata competitiva e solo con Morbidelli nelle ultime gare si è risollevata, mentre le due stelle Vinales e Quartararo hanno collezionato prestazioni insufficienti. Tre ritiri consecutivi con due cadute e un problema tecnico, poi il Covid e al suo ritorno un’altra caduta a Valencia: disonorevole.

Poi nelle ultime due gare, pur arrivando al traguardo (da dodicesimo), è forse successo qualcosa di ancora più triste: qualcuno mai visto Rossi? Nemmeno le telecamere l’hanno inquadrato, sempre rifilato nelle retrovie e senza il piglio per emergere con qualche sorpasso. Il problema più costante degli ultimi anni sono le qualifiche, ma quest’anno si è toccato più volte il baratro: è stato addirittura un successo entrare nella Q2 dove i migliori dodici piloti si contendono la pole. Potete capire che partire sempre dal fondo dello schieramento non è una bella iniezione di fiducia e la gara è già complicata sin dalle prime curve.

Però Vale continuerà anche l’anno prossimo e qui la domanda ci sorge tanto spontanea quanto naturale: ma ha veramente senso? Appiedato dalla Yamaha ufficiale il Dottore correrà con il Team Petronas (scuderia cliente che però quest’anno ha dimostrato di essere sempre più competitiva dell’ufficiale) nella stagione numero ventuno in MotoGP all’età di 42 anni. Dopo aver perso all’ultima gara il titolo nel 2015 le sue performance non sono state più all’altezza del suo palmares e anche i suoi tifosi sono ormai rassegnati: un vincente come lui non può finire così.

La spiegazione che possiamo dare si ferma all’aspetto economico, ma non a livello personale di Vale: è soprattutto la Dorna a volere uno da nove titoli mondiali ancora in pista, capace di infiammare i tifosi ovunque il circus approdi. Le tribune sono piene di 46 in tutto il mondo e il suo marketing rende più di quello di tutta l’associazione. Un suo ritiro sarebbe una mazzata. Quindi nel 2021 ci sarà ancora il pesarese ai nastri di partenza, con l’obiettivo di vincere o solo tenere in piedi la “baracca”?