Inizia male l’avventura di Prandelli, sulla panchina della Fiorentina. I viola perdono al Franchi, di misura, contro un Benevento cinico, vittorioso grazie al gol di Riccardo Improta al 52′, al suo primo centro in Serie A. Magrissimo il bottino dei gigliati, finora: solo otto punti in otto partite.
L’Inter fatica, tantissimo, contro il Torino: sotto di due gol (Zaza e Ansaldi), i nerazzurri la ribaltano non senza fatica. Non convince ancora, quest’anno, la linea-Conte: Eriksen ormai è fuori dagli schemi dell’allenatore, e pur se la vittoria è arrivata, in casa Inter, non c’è la sensazione che tutto vada bene. Toro: altra sconfitta, Giampaolo continua a rischiare.
Sulle ali dell’entusiasmo la Roma, trascinata da un Mkhitaryan che sembra vivere una seconda giovinezza. Altri due gol per l’armeno, e mettiamoci che si è sbloccato anche Borja Mayoral: i giallorossi battono 3-0 il Parma all’Olimpico e si dimostrano una delle squadre più complete, incisive, divertenti ed efficaci di questo inizio di stagione.
Il Bologna la vince in rimonta, contro una Sampdoria che passa in vantaggio con Thorsby, poi si fa male da sola: Regini la infila nella propria porta, stile Zaccardo in Italia-USA 2006. Poi, Orsolini, gol, e son tre punti per i felsinei.
Quattro legni, per l’Hellas Verona, due gol, per il Sassuolo. La sfida del Bentegodi è divertente, vinta dal neroverdi grazie alle individualità, alla sagacia tattica di De Zerbi, e al fatto che Boga sta tornando sui suoi livelli. Poi, vabeh, Berardi è la solita garanzia.
Basta De Paul: guizzo dell’argentino, e l’Udinese batte il Genoa: terzo ko consecutivo per i rossoblù, quinta rete al Grifone per De Paul, ancora una volta da fuori area (contro i liguri, tutti i gol realizzati dalla distanza).
Mamma mia, Ibrahimović: lo svedese abbatte il Napoli, doppietta categorica, il Milan rafforza il primato in classifica. Si fa anche male lo svedese, costretto a uscire nel corso del secondo tempo. Mertens accorcia momentaneamente, Hauge nel recupero piazza il gol del definitivo (e meritato) 1-3. L’ultima volta che il Milan mise in cascina almeno 20 punti dopo otto giornate, vinse lo scudetto: era la stagione 2003-2004. Tornando a Ibra: 10 gol dopo otto giornate, con due partite saltate e un rigore sbagliato, contro il Verona (sì, ne ha sbagliato anche un altro in Serie A, nel derby. Poi, però, sulla ribattuta, l’ha messa dentro uguale, quindi quel gol è già considerato).