Cinque punti nelle ultime cinque giornate, in mezzo il roboante tonfo in Champions League contro il Liverpool: l’Atalanta di Gasperini, dopo un buon avvio tra fine settembre e inizio ottobre, pare abbia perso lo smalto dei giorni migliori non riuscendo a esprimersi sugli alti livelli a cui ci aveva abituato fino alla passata stagione, deludendo nelle ultime settimane tifosi e appassionati. Un calo vistoso che in pochi si aspettavano, ma cosa effettivamente può esserci dietro?
Negli ultimi anni, a dir la verità, gli orobici non si sono fatti di certo notare per delle partenze sprint: sin dall’inizio del ciclo gasperiniano non sono riusciti a rendere al massimo sin dalle primissime partite, venendo fuori molto bene alla distanza e finendo poi per surclassare atleticamente gli avversari. Effettivamente, dunque, potrebbe essere un problema di condizione fisica, se pensiamo che dal punto di vista dell’atletismo la squadra è parsa non essere al top, soprattutto se si paragonano i livelli e i picchi di rendimento avuti nelle precedenti annate. Senza dimenticare che fino a inizio agosto i nerazzurri sono stati impegnati nella fase finale di Champions League: avendo iniziato in ritardo la propria stagione sono venute meno le solite tempistiche in sede di preparazione, che hanno condizionato non poco la transizione verso le prime gare ufficiali.
Anche gli impegni europei, però, fanno senz’altro la loro parte: la rosa è abbastanza lunga e le alternative sono di livello, ma il giocare ogni tre giorni, peraltro in una competizione dal grande fascino, non aiuta, soprattutto se si pensa che Gasperini è costretto a ruotare molto i suoi leader tecnici, che ovviamente non possono giocare sempre. Il tutto con un Iličić che non è ancora tornato sui suoi livelli e con un Miranchuk che, nonostante sia un giocatore di spessore internazionale, non è stato ancora inserito in squadra (anche a causa di un infortunio precedente all’inizio dell’avventura in Italia).
Ma potrebbe esserci anche un altro tipo di problema per l’attuale Atalanta, quello relativo all’assetto tattico: e se questo 3-4-1-2 non fosse idoneo a coprire il campo come dovrebbe? I due attaccanti si trovano spesso a giocare lontani dalla porta, tendenzialmente tendono ad allargarsi e da lì a sviluppare la manovra (come avviene da due anni in realtà, ma ultimamente forse con troppa esagerazione): se per giocatori come Iličić o Miranchuk questo può favorire il loro accentramento verso l’interno del campo per poi provare a inventare qualcosa o tentare la conclusione, lo stesso non lo si può dire per Zapata, che viene allontanato troppo dalla porta. Il colombiano infatti è un centravanti molto valido, ma se mandato costantemente a fare a sportellate fino alla linea laterale non può rendersi pericoloso in area di rigore, di conseguenza il fronte offensivo rimane abbastanza scoperto, come accaduto contro lo Spezia, contro il quale non si è riuscito ad andare oltre lo 0-0.