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Cadice dice addio alla dedica dello stadio al “fascista” Carranza. Ma c’è un problema per il nuovo nome

In maniera inevitabile, anche il Cadice è arrivato al punto di dover fare i conti con la storia. Più in particolare, con quella del proprio stadio, il Ramón de Carranza, dedicato a quello che fu sindaco della città tra il 1927 e il 1931 e nuovamente nel 1936 fino alla sua morte. Un personaggio strettamente legato alla dittatura di Primo de Rivera e successivamente al colpo di Stato, partecipando alla repressione di cittadini simpatizzanti del Fronte Popolare o affiliate ad organizzazioni legate al governo legittimo della Seconda Repubblica. Insomma, un nome diventato obiettivamente scomodo da associare a una struttura di notevole importanza sociale come uno stadio.

Il Consiglio comunale di Cadice, per attuare la Rey de Memoria Histórica per sensibilizzare ancora di più i propri cittadini all’amara vicenda storica del franchismo, ha deciso di cambiare il nome dell’impianto, lasciando però agli abitanti il compito di scegliere la nuova denominazione tra: Ciudad de Cádiz, La Pepa, Gades, Bahía de Cádiz, Gadir, Nuevo Mirandilla, Tacita de Silver o De la Laguna.

Le votazioni si sono svolte via web tra il 19 e il 26 ottobre, ma in queste ore sarebbe emerso un enorme problema tra i 50mila voti inviati: 12mila sarebbero dei sospetti bot, tutti provenienti dalla stessa fonte e diretti a boicottare le sorti del procedimento. Una questione molto attuale, visto che stanno ormai proliferando gli studi in materia per riuscire a comprendere e, quando possibile, controllare l’azione spesso incredibilmente efficace di profili creati ad hoc per influenzare potenzialmente qualsiasi tipo di votazione. Il sindaco José Maria Gonzalez ha comunque assicurato che il gruppo incaricato continuerà il processo di analisi di tutti i singoli voti per riuscire a identificare la corrispondenza con il requisito necessario per partecipare al voto, ovvero essere cittadini della città.

Uno screening che, a sua volta, ha causato diverse polemiche, visto che il gruppo municipale dei Cittadini si sarebbe lamentato di questo procedimento, ritenuto poco in linea con le stringenti leggi sulla tutela della privacy degli utenti. E così la protesta ha finito per bloccare il procedimento di scrutinio, ora entrato in una fase di impasse. Gonzalez ha accusato la destra politica e comunicativa della città (secondo alcune fonti, legata al partito Vox) di avere un evidente ruolo nella vicenda per cercare di salvare “il nome di un sindaco fascista”, ma ha garantito che si arriverà al termine del procedimento, nonostante le difficoltà. Insomma, un gran caos politico, inevitabilmente legato anche al difficile momento che si sta vivendo anche in Spagna. L’obiettivo, insomma, è chiaro: eliminare la presenza ingombrante di un nome associato al più drammatico momento storico della storia spagnola del Novecento è ormai un’esigenza inderogabile. Necessaria, anche in un periodo così delicato, per fare luce sulla propria storia, senza mai dimenticarla e onorando le vittime di forze politiche brutali, violente ed estremiste.