Questa sera avrà luogo l’incontro tra Bosnia e Italia, gara valida per la Nations League. Ma non desideriamo presentare la partita o analizzare la situazione del girone degli azzurri. Occasione è ghiotta per occuparsi del ct avversario, che risponde al nome di Dusan Bajevic. 71 anni, ha dimostrato di saper essere protagonista in campo e in panchina.
The Battle of Neretva è un film del 1969, diretto dal regista Veljko Bulajic ed interpretato da Yul Brynner, Franco Nero e Sylva Koscina. Racconta la storia dell’omonimo combattimento tra le forze dell’Asse e l’Esercito Popolare per la liberazione della Jugoslavia, avvenuto nel 1943 sulle rive del fiume Neretva. Un nome che evoca la storia e ne richiama un’altra. Quella di un ragazzo molto bravo con il pallone tra i piedi, tanto da diventare l’idolo di tutti i bosniaci e guadagnarsi il nomignolo di “Principe di Neretva“. Il suo nome è Dusan Bajevic, attuale ct della Nazionale bosniaca che affronterà stasera l’Italia.
Mostar, 10 dicembre 1948. Queste le coordinate vitali di Bajevic, uno dei più letali attaccanti del calcio jugoslavo negli anni ’60 e ’70. Si fa notare nell’attacco del Velez Mostar, con cui debutta nel 1966. Nel tempo formerà un trio molto amato dai tifosi del club, il BMV (Bajevic-Maric-Vladic), colonna portante della squadra. Nel 1970 si laurea capocannoniere e debutta in Nazionale, sette anni più tardi fa le valigie con lo score di 144 reti in 277 partite. Nel frattempo è stato il primo vincitore del titolo di calciatore jugoslavo dell’anno (1972) e ha preso parte al Mondiale tedesco nel 1974, segnando una tripletta nel celebre 9-0 allo Zaire.
Lo accoglie la Grecia e la maglia dell’AEK Atene. Non immagina che quei quattro anni, ricchi di successi, rappresenteranno il seme per il futuro. Segna gol a grappoli accanto al nazionale ellenico Mavros, poi nel 1981 ritorna all’amato Velez per giocare le ultime due annate della sua carriera. 292 marcature nelle sole partite di campionato e 29 – in 37 match – con la Jugoslavia bastano per posizionarlo tra i più ammirati di sempre nel suo Paese (e in Grecia, ovviamente). La Grecia… si prepara a dargli il benvenuto una seconda volta. Il Velez ospita pure i primi vagiti di Bajevic come allenatore, impreziositi dalla vittoria nella Coppa nazionale 1986. Dal 1988 ritorna in terra ellenica e lì siederà su varie panchine di fatto senza intromissioni, a parte una puntata alla Stella Rossa Belgrado (2006-07) e in Cipro all’Omonia Nicosia.
Bajevic diventa un’autentica leggenda in Grecia, perché vince ben 14 trofei alla guida di AEK, Olympiacos e PAOK: ben 8 di questi rappresentano i campionati conquistati. Per ben 6 volte viene eletto allenatore dell’anno… caspita, Dusan. Dopo l’ultima esperienza nell’Atromitos (2012), resta senza incarico per oltre 7 anni. Cosa poteva mancare alla parabola calcistica di un fuoriclasse del calibro di Dusan Bajevic? Una Nazionale. Ovviamente la Bosnia, di cui viene nominato selezionatore il 21 dicembre 2019. E pazienza se finora, in 7 partite, non ha ancora vinto. Non tutti possono vantare un Principe come commissario tecnico.