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I volti del basket – Il campione ribelle Gianmarco Pozzecco

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Eccentrico, simpatico e indomabile, Gianmarco Pozzecco, con i suoi capelli colorati e il cerottino al naso, ha fatto la storia del basket italiano come atleta e continua a farla ancora adesso, fuori dal rettangolo di gioco, come allenatore. La grinta e il talento sono due delle caratteristiche fondamentali del Poz. Non si nasconde dietro un dito, ci mette la faccia e dice sempre tutto ciò che pensa. Pozzecco è spontaneità e istinto, a volte al limite con la strafottenza.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno insultato in carriera, mi hanno dato la forza di continuare e quest’anno invece mi hanno applaudito, e questo è stato ancora più bello.
(Gianmarco Pozzecco, in occasione del suo ritiro dal basket)

https://twitter.com/TheKoobs/status/660101354501771264

La carriera. Da Trieste a Capo d’Orlando, oggi alla Dinamo

Playmaker, oggi tecnico della Dinamo Sassari, Pozzecco è un genio ribelle che con estro e originalità ha sempre trovato la soluzione vincente. Fa i suoi primi rimbalzi a Trieste, per poi debuttare nel 1991 in A2 a Udine. Dopo una breve parentesi a Livorno, passa alla Pallacanestro Varese, vincendo nel 1999 lo scudetto e poi la Supercoppa Italiana. Dal 2002 al 2005 è nella Fortitudo Bologna, ma il suo carattere fumantino è causa di contrasti con il coach Repeša. Fuori roster, conclude la stagione in Spagna. Intanto, l’esperienza nella nazionale, gli All Star Game Italiano e il McDonald’s Championship, durante il quale ottiene anche i complimenti del campione Tim Duncan.

Argento alle Olimpiadi di Atene del 2004, Pozzecco nella stagione successiva va in Russia e lì rimane due anni. Al rientro in Italia, nel 2007 firma un contratto con l’UPEA Capo d’Orlando. Dopo una stagione intensa e ricca di soddisfazioni, il 15 maggio 2008 al Palasport Giacomo Del Mauro di Avellino dà l’addio ufficiale al basket giocato. Inizia a collaborare con la Gazzetta dello Sport, Sky, La7 e Sportitalia, ma non ha abbandonato in realtà il basket e torna talora a giocare in Serie C. Nel 2012 è il nuovo allenatore dell’UPEA Capo d’Orlando; qui avrà in squadra anche gli ex compagni della Nazionale Matteo Soragna e Gianluca Basile.

Due anni dopo sigla il contratto con la Pallacanestro Varese in Serie A. Dimessosi dall’incarico nel 2015, vola in Croazia come assistente dell’ex compagno di squadra Veljko Mršić al Cedevita Zagabria. Terminata anche questa esperienza, rientra in Italia e ritorna alla sua amata Fortitudo Bologna, firmando un contratto biennale come allenatore. Dal 2019 è in Serie A con la Dinamo Sassari.

L’uomo. Un temperamento che non si nasconde

Personalità forte e controversa, Pozzecco è ironico e ribelle. Innamorato del basket, non gli è mai mancato di certo lo spirito di sacrificio e si è dedicato sempre con passione a questo sport. Genio e sregolatezza sono i fuochi dell’ellisse del suo carattere, tanta determinazione nell’animo e tanto sarcasmo nelle parole: un personaggio unico nel suo genere, non politicamente corretto.

Quando il gioco si fa duro, Gianmarco scende in campo e non ha paura di giocare. Anche nei momenti di crisi, di disordine e di scontro, il Poz non si tira indietro. Non sono mancate le discussioni, anche con gli allenatori, durante la carriera da cestista e non mancano i momenti di nervosismo nell’esperienza da tecnico. Tutto questo perché Pozzecco è genuino, spontaneo e non indossa una maschera. Un esempio è la sua intervista nella seconda edizione del late night show E POI C’E’ CATTELAN, condotto da Alessandro Cattelan. Qui racconta con autoironia la fine della storia d’amore con la pallavolista Maurizia Cacciatori, senza reticenze e imbarazzo.

Le curiosità. Una vita da immarcabile

Il 22 settembre 2020 è uscito Clamoroso. La mia vita da immarcabile, l’autobiografia di Gianmarco Pozzecco. Qui il campione si mette a nudo, non teme i giudizi, ha voglia di urlare la verità. Non è il donnaiolo dedito agli accessi come tutti l’hanno sempre dipinto, è un uomo come gli altri, che ha vissuto fino a qui una vita clamorosa, ma fatta anche di sacrifici e rinunce per l’unico vero punto cardine: il basket.

La mia passione per questo sport è ciò che ha mosso tutto, da sempre, ed è anche la cosa che, ne sono convinto, la gente superficialmente ignora di me. Forse pensano che io sia uno dei tanti cestisti a cui un dio generoso abbia arbitrariamente distribuito centimetri e talento in quantità sufficiente da diventare un campione. Ma non vi basta guardarmi? O avete bisogno di appoggiarmi al muro e misurarmi per capire che con me, quel dio, è stato obiettivamente ingiusto?
(Gianmarco Pozzecco)

Il libro è uno specchio anche delle sue bravate. L’attuale tecnico della Dinamo Sassari, infatti, racconta aneddoti ed esperienze divertenti di vita vissuta. Clamosoro è il ritratto di Pozzecco, è la sua vera storia, le difficoltà e i punti di forza, un canestro perfetto per farsi comprendere a pieno. Tutto nell’autobiografia ruota intorno al suo sogno da bambino, il basket, con sempre al primo posto il sentimento più grande, l’amicizia.

Cresciuto passo dopo passo umanamente e professionalmente, il Poz vuole oggi togliere il velo della superficialità con cui viene visto da molti, cercando di mostrarsi per quel che è. Ha sempre dovuto lottare per raggiungere i risultati tanto agognati, nessuno gli ha regalato qualcosa, non ha imboccato scorciatoie, ogni traguardo è farina del suo sacco, è il risultato del suo lavoro.