Cosa è successo nella settima giornata di Serie A
Un altro gol di Caicedo in extremis, la Lazio acciuffa la Juventus al 94esimo: aveva aperto il solito Ronaldo, poi uscito per infortunio (probabile distorsione alla caviglia), poi la rimonta biancoceleste, nel recupero. Ancora non convince il lavoro di Pirlo, la sua Juve è tutto fuorché cinica, e capace di mantenere il vantaggio acquisito.
Nelle gare delle quindici, bene la Roma, priva di Džeko causa positività al coronavirus, ma con un super Mkhitaryan, che ne rifila 3, bellissimi, al Genoa. Non fosse per la sconfitta a tavolino col Verona per il caso-Diawara, i giallorossi sarebbero ancora imbattuti. Grifo vivo e reattivo, in gol con Marko Pjaca (momentaneo 1-1). Il 3-1 finale di Marassi, in favore dei capitolini (in campo con una maglia in memoria di Gigi Proietti), rende enorme merito al lavoro di Fonseca.
Un’altra che non convince del tutto, l’Inter di Conte. Altro pareggio, seppur al Gewiss di Bergamo non sia facile per nessuno giocare e imporsi. Aveva aperto Lautaro; poi Miranchuk, al primo squillo in maglia Atalanta. 1-1, e tanti pensieri per Zhang, Marotta, dirigenza varia.
Non si capisce se la notizia è che il Torino non abbia perso per la seconda volta di fila, o se il Crotone non sia riuscito a battere una squadra, fino a due settimane fa, in crisi. Ne esce fuori uno 0-0 sanza ‘nfamia e sanza lodo: punticino che smuove la classifica di entrambe, ma c’è da fare e lavorare sia da una parte sia dall’altra. Per fortuna, tempo ce n’è.
Basta un gol di Osimhen al Napoli, contro un Bologna che mette paura per tutti i novanta e oltre minuti. Gli azzurri vincono, annullato dal VAR anche un gol a Koulibaly, Gattuso è una furia per i pericoli corsi, e a fine gara non ne vuole sapere di prendersi solo complimenti: sa che c’è da sistemare qualcosa perché il motore va ma qualche ingranaggio scricchiola, e meglio metter mano subito che sennò son guai. Bologna, dicevamo, compatto e tosto, ma ancora una volta porta violata: la difesa, vero punto debole dei felsinei.
Il posticipo è una roba bellissima: Verona in doppio vantaggio, al Milan annullati due gol, un autogol per parte, Ibrahimović spara un rigore in tribuna, alla fine firma lui il 2-2 nel recupero. Dopo la sconfitta in Europa League, Pioli necessitava un cambiamento di rotta: non c’è stato a dirla tutta, perlomeno però i suoi ragazzi hanno dimostrato di essersi ricordati cosa vuol dire aver carattere e rimontare un doppio svantaggio. Hellas: ottimo primo tempo, ripresa giocata con timidezza, e un baricentro eccessivamente basso.
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Foto: Twitter @OfficialSSLazio