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100 volte Sergio Ramos

Il Real Madrid lo ha celebrato come il re spartano Leonida, a capo dei suoi mitici 300 uomini che resistettero alle Termopili. Perché in fondo è così, Sergio Ramos è un re guerriero. Non piace a tutti: dai suoi detrattori viene considerato un difensore rude e scorretto, che utilizza modi poco ortodossi per fermare i propri avversari. Ne sa qualcosa Mohamed Salah, che nella finale di Champions League 2018 fu costretto a lasciare anzitempo il campo a causa di un’entrataccia del difensore spagnolo. Però, a prescindere da tutto, non si può nascondere che Sergio Ramos sia stato uno dei calciatori più influenti degli ultimi quindici anni.

Arriva a Madrid nel 2005, dal Siviglia. E da quel momento diventa uno dei punti fermi della retroguardia blanca. Il suo palmares farebbe impallidire chiunque. Vale la pena snocciolare tutti i successi ottenuti. Con la maglia del Real ha conquistato 5 scudetti, 4 Supercoppe di Spagna, 2 Coppe del Re, 4 Champions League, 3 Supercoppe Europee, 4 Mondiali per Club. Con la Nazionale roja, invece, 1 Campionato del Mondo e 2 Campionati Europei, oltre a un Europeo Under 19.

Ma Sergio Ramos è entrato nella storia del calcio da più porte. Non solo per la sua collezione di vittorie. Non solo per le sue caratteristiche, di difensore completo e leader carismatico. Con la rete realizzata ieri contro l’Inter – il colpo di testa su calcio d’angolo, la specialità della casa – ha raggiunto l’incredibile traguardo di cento reti con la maglia del Real Madrid. Una cosa inimmaginabile per qualunque difensore. Ma non per lui, che al gol ha sempre strizzato l’occhio. Basti pensare che in Nazionale, ad esempio, occupa l’ottava posizione dei bomber più prolifici, al pari di Di Stefano e a sole tre lunghezza da un attaccante come Emilio Butragueño.

A trentaquattro anni compiuti, il capitano del Real non vuole fermarsi. Vuole abbattere nuovi record. Perché, in fondo, lui è nato per questo.