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Con i piedi per terra

Abbiamo visto troppe volte giovani montarsi la testa dopo exploit inaspettati per poi piano piano scomparire dai radar: speriamo ovviamente che questo non capiti a Lorenzo Sonego, tennista messo alla ribalta dopo il successo di ieri contro il numero uno del mondo Novak Djokovic.

L’azzurro, va detto, non è più giovanissimo: la sua carta d’identità dice 25 anni e vanta già la posizione numero 42 del ranking ATP. In carriera ha vinto soltanto un titolo, il Challenger di Genova, ma in questo anno così particolare è tra i tennisti più in forma. Talmente in forma da battere, anzi no, distruggere Djokovic nel torneo di Vienna.

Ma andiamo con i piedi di piombo: il serbo è stato irriconoscibile con una marea di errori non forzati e soprattutto è sceso in campo con già la certezza di concludere l’anno al primo posto della classifica mondiale. Senza particolari motivazioni è stato letteralmente spazzato via da Sonego che ha concesso al serbo soltanto tre giochi. Tanto di cappello per essere stato il sesto italiano a battere un numero uno e il terzo a superare Djokovic dopo Volandri e Cecchinato, ma alla sua età il percorso da fare è già segnato.

C’è da festeggiare, ma come dicevamo prima è inutile mettere troppe pressioni a uno sportivo che sta piano piano dimostrando di poter competere con i migliori. Abbiamo anche i giovanissimi Musetti e Sinner che si stanno mettendo in mostra e probabilmente hanno rispettivamente più talento e fantasia del torinese: il movimento tennistico italiano non è mai stato così florido eppure ci sono precedenti che dicono quanto sia inutile etichettare un baby come futuro campionissimo.

Prendete l’esempio di Gianluigi Quinzi: ha vinto Wimbledon juniores nell’ormai lontano 2013 per poi mancare completamente il treno per diventare grande. Ha vinto soltanto due titoli Challanger e ha come best ranking la posizione numero 142 raggiunta ad aprile 2019: sicuramente troppo poco per uno considerato da tutti un predestinato del tennis.

Sonego però ha dimostrato di avere un’ottima tenuta mentale e siamo sicuri che è lui il primo a saper di non doversi montare la testa per una semplice vittoria; semplice mica tanto perché era contro Djokovic oppure molto facile perché portata a casa con un 6-2 6-1? Nel Tennis non c’è tempo per queste domande: forza Lorenzo, non smettere di (farci) sognare.