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La Lazio d’orgoglio, la Juve non va, Morata no-VAR

Dopo due pareggi nelle gare del martedì, arriva un altro pareggio e una sconfitta, in quelle del mercoledì. Partiamo dalla nota semi-lieta: l’1-1 della Lazio a Bruges. Non era facile affrontare la squadra campione di Belgio a casa sua, nonostante lo JanBreydel Stadion non fosse il solito calderone causa coronavirus; senza Immobile e tutti gli altri indisponibili (tanti, 12), gli uomini di Inzaghi fanno la gara che dovevano: attenta, concreta, vanno avanti con Correa poi beccano il pari su rigore: il VAR vede una trattenuta in area su un corner nell’area biancoceleste e fischia la massima punizione, che Vanaken (l’anima della squadra belga, rigorista-fantasista-trascinatore) realizza con freddezza. Ancora bene Akpa Akpro, che a centrocampo è un bel motorino. Un punto guadagnato, senza dubbio, per una Lazio che definire incerottata è affondare le mani nel barile dell’ottimismo.

Ora, la nota meno lieta: la Juventus, che crolla 0-2 allo Stadium per mano di un Barcellona reduce dal caos della vigilia griffato Bartomeu. Le dimissioni del presidente, a cui son seguite quella dell’intera giunta direttiva, potevano creare confusione nell’ambiente blaugrana: macché. Vince il Barcellona, decidono Dembelé e un rigore di Messi, Demiral si fa espellere, Pirlo si appiglia all’inesperienza dei suoi (però, detto tra noi, c’entra veramente poco il suo discorso con la sconfitta: è una Juventus che sembra senza idee, questa), e se proprio vogliamo appigliarci a qualcosa per salvare il salvabile, beh, lo facciamo col VAR. Perché tre gol annullati in una serata, allo stesso giocatore (Morata), o è un record, o poco ci manca.

La due giorni di Champions non ci ha regalato, insomma, neanche una vittoria. Stasera, in campo le tre impegnate in Europa League, Roma, Milan e Napoli. Speriamo di sorridere almeno una volta.