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Juventus-Napoli sarà una lunga battaglia

Il più grande paradosso di tutta questa bolla in cui siamo immersi da marzo, è che non c’è una linea comune.
Calcio professionistico sì, calcetto amatoriale no;
Nazionali sì, Juventus-Napoli no.
Isolamento sì, doppio tampone no.
Soprattutto, è come se queste decisioni semplificassero le cose.

La sensazione in realtà è che le complichino, e ciò che è successo in occasione di Juventus-Napoli ne è la dimostrazione più classica. Quando lo sport e la politica non si mescolano, quando non si sa a chi dover dar ragione, quando il Giudice Sportivo si è trovato a metà tra il peso della responsabilità, ovvero dar la vittoria alla Juve come da regolamento, e il senso etico di dover, o voler, giustificare la mancata partenza degli azzurri per limitare una pandemia che, finite estate e vacanze, sta riempendo di nuovo le pagine dei giornali.

In tutto ciò, è perfino paradossale che tra De Laurentiis e Agnelli, di strette di mano, non ci siano state: illazioni e supposizioni, telefonate, dichiarazioni a distanza, per sancire una profonda verità: che se c’è da imporre il proprio pensiero, non si guarda in faccia a nessuno. De Laurentiis, tuonante nel dirsi impossibilitato a partire, e a suo dire deresponsabilizzato perché son state decisioni delle ASL di Napoli, mica le sue; Agnelli, filosofico e tutto d’un pezzo, nell’asserire che la Juventus eccome se sarebbe partita, ligia al dovere e, da sempre – ipse dixit – fedele alle regole. Ma quali regole? Sportive od ordinarie? Perché lo scontro, tra i presidenti, sfocia in un dissenso pubblico fatto di due fazioni, estesosi di conseguenza alla politica, e le parole di De Luca, governatore della Campania, le abbiamo ascoltate e chi non le ha ascoltate vada a farlo, perché danno un ulteriore punto di vista di tutta una vicenda caotica, a prescindere da quale sia stata la sentenza.

Riguardo a De Laurentiis, lo conosciamo: sappiamo il suo modo di agire, magari aveva anche già calcolato che il suo Napoli potesse andare incontro al 3-0 a tavolino. Ricorso in appello alla Corte Sportiva altrettanto scontato, e saranno settimane lunghe e dispendiose tra dibattiti e avvocati alla ricerca del cavillo giusto, dopo che il Giudice Sportivo ha sentenziato: successo alla Juve e non solo, -1 in classifica al Napoli, e non solo! Perfino la possibilità di intervenire nuovamente, nel caso dovessero uscir fuori ulteriori provvedimenti per esempio delle ASL, o della Procura Federale.

In sostanza, ciò che si accusa al Napoli è di aver reso comunque impossibile a priori (e a prescindere dalla decisione dell’ASL di bloccare o no la partenza) lo svolgimento della partita. Colpa di quel volo charter per Torino prenotato sì, ma annullato la sera addirittura precedente che si esprimessero le autorità. Quindi, l’accusa – condivisa dal Giudice Sportivo – è che il Napoli ha reso di fatto irrilevante la decisione della ASL, per aver scelto di propria iniziativa di non presentarsi allo Stadium, annullando il volo con largo anticipo, non recandosi a Torino.

Dunque, nessun caso di forza maggiore, perlomeno non decisivo. La Juventus si prende i tre punti, il Napoli saltella indietro di uno, Rabiot sconta la squalifica senza giocare, e come al solito, pandemia o no, Juventus-Napoli fa parlare, e fa discutere. Juventus-Napoli rischia di creare un pericoloso precedente, o forse l’ha già creato. Dopotutto, è come se avesse fermato il tempo: da quella partita in poi, il problema si è plasmato. De Laurentiis e Agnelli, ognuno sulle proprie posizioni, ma mai indietro sui propri passi. Agnelli – De Laurentiis: un testa a testa d’orgoglio, in primis, stavolta. E poi, magari, pure sportivo.