In Svizzera, il re è nudo. Dopo la sconfitta nell’amichevole con la Croazia, dove si erano viste anche buone cose, è stato un errore in un disimpegno, da parte del portiere Yann Sommer, a costare alla Nati la sconfitta, nella sfida di UEFA Nations League di Madrid contro la Spagna. I rossocrociati restano così all’ultimo posto nel Gruppo 4 A della competizione, con un solo punto. Per fortuna degli elvetici, la Germania (che ha ottenuto il primo successo nel torneo) ha superato, seppur di misura, l’Ucraina, che resta così ferma a 3 lunghezze.
Certo, il compito per le Furie Rosse è stato facilitato, come detto sopra, dal passaggio maldestro del portiere, che ha permesso, al 14′ a Mikel Oiarzabal di superare Granit Xhaka, scivolato a causa dell’errore del compagno. Vero che, pochi minuti prima, Loris Benito aveva avuto una buona opportunità. Tuttavia, visto il resto dell’incontro, la sensazione è sempre stata quella di una Spagna padrona del campo.
A fine partita, grande delusione da parte di Vladimir Petković (CdT): “Perdere non è mai positivo. Davanti avevamo una squadra forte, ma abbiamo giocato quasi alla pari, soprattutto nella ripresa. Avremmo meritato qualcosa in più secondo me, e usciamo sconfitti a causa di un episodio. Ricordo che poco prima avevamo avuto un’occasione nitidissima per passare in vantaggio, cosa che i nostri avversari non sono stai in grado, nel resto della partita, di fare.”
“Faremo delle analisi, vedremo dove abbiamo sbagliato. Sono convinto che ci siano dei margini di miglioramento, anche se ho visto una buona Svizzera.” Poi, l’ammissione: “Complimenti ai ragazzi per come hanno giocato. Dobbiamo essere consapevoli che ci troviamo in un girone con Germania e Spagna: noi siamo ad un altro livello. Però abbiamo sempre tenuto testa a queste formazioni: martedì, in Germania, cercheremo di essere più concreti.”
La realtà, a nostro parere, appare invece più dura di quella fatta trasparire dall’ex allenatore della Lazio, e in parte emersa nelle ultime dichiarazioni. In fondo, la Spagna di oggi è meno temibile di quella di qualche stagione fa. Tuttavia, la sensazione è stata che le Furie Rosse, dopo aver trovato un vantaggio precoce, abbiano giocato abbastanza di conserva.
Al di là del fatto che i rossocrociati, negli ultimi sedici metri, non siano mai stati in grado di creare problemi seri agli iberici, dopo il gol, abbiamo avuto l’impressione che i ragazzi di Luis Enrique, in caso di pareggio, sarebbero poi stati in grado di creare le opportunità per riprendere in mano il risultato, viste anche le alcune buone occasioni fallite nella ripresa.
In definitiva, la Svizzera, come scritto anche da Kubi Türkyilmaz nei giorni scorsi sul Blick, è sospesa tra l’essere troppo forte per la seconda fascia e troppo debole per la prima. C’è anche chi sostiene che il fattore sorteggi abbia inciso molto sui risultati di questi ultimi anni: e che gli elvetici, messi a confronto questa volta con nazionali di valore, siano stati duramente ridimensionati.
Noi, personalmente, siamo dell’idea che a questo gruppo manchino individualità in grado di fare davvero la differenza. La qualità complessiva della squadra è buona: però, mancano gli elementi di livello superiore, in grado di inventarsi il colpo vincente, che possa far pendere la bilancia dalla parte dell’undici di Vlado in certe situazioni di equilibrio.
Gli svizzeri si difendono bene, tutto sommato: sono stati puniti, in questa occasione, da un errore individuale, che ha sorpreso la retroguardia. Però, quando capita, manca chi dovrebbe essere in grado di rimediare, magari con un’invenzione. O, più semplicemente, sfruttare le occasioni, magari quando sono rare: un giocatore più talentuoso di Benito avrebbe probabilmente segnato, per dire, anziché esaltare la reattività del portiere avversario.
Sarebbe bastato? Probabilmente no: però si sarebbe andati in vantaggio, e magari si sarebbe creata qualche crepa in una squadra, come la Spagna, che si sta confrontando con le edizioni precedenti, e che forse avrebbe subito un contraccolpo psicologico. Tutte opinioni e supposizioni, comunque: il calcio si basa sui risultati, e oggi quelli sono contrari a Vlado e ai suoi.
Stasera, l’undici rossocrociato sarà di scena a Colonia, contro la Germania. Si parla molto di Xherdan Shaqiri, subentrato contro le Furie Rosse dopo una lunga assenza dalla Nati, e reduce da una recente positività al Coronavirus. L’ex Inter e Bayern Monaco è considerato, da molti commentatori, come il giocatore che potrebbe avere i numeri per interpretare il ruolo di jolly in grado di spaccare una partita.
Tuttavia, come abbiamo visto, il suo stato di forma non è ancora al massimo anche se lui stesso, intervistato dalla RSI, ha voluto spargere ottimismo a piene mani, dichiarandosi felice di essere rientrato in gruppo, e voglioso di essere di supporto, soprattutto ai più giovani. Certamente, è oggettivo che il centrocampista offensivo, a Liverpool, non stia vivendo un momento particolarmente felice della carriera, con tutto ciò che consegue.
Anche Pier Tami, coordinatore delle squadre nazionali, ha fatto di necessità virtù, al microfono di Serena Bergomi della RSI: “Con le squadre di seconda fascia siamo riusciti sempre a imporci, guadagnandoci l’accesso ai tornei più importanti. Però, con i più forti, gli errori si pagano cash. Di positivo c’è il fatto che questo tipo di partite ci permette di vivere esperienze importanti, sulle quali si basa la crescita”.
Cosa ci si attende, quindi, dalla trasferta di stasera in Germania? Ecco la risposta dell’ex tecnico di GCZ e Lugano: “Siamo curiosi di osservare il comportamento della terza partita in pochi giorni, contro compagini di questo livello. Molti giocatori, come sappiamo, non vengono impiegati regolarmente nel proprio club, e quindi riteniamo sia una situazione da verificare. Facciamo la corsa sull’Ucraina per evitare la retrocessione, e dobbiamo cercare punti.”