Insulti omofobi al compagno, il San Diego Loyal lascia il campo per protesta
Nel proprio logo, creato assieme alle proposte arrivate dai tifosi soltanto qualche mese fa, il San Diego Loyal conta riferimenti all’inclusività praticamente ovunque: dal cielo, realizzato con quattro fasce di colori che ricordano i tipici tramonti della zona, ma anche i quattro pilastri della società (indipendente, autentica, inclusiva e ottimista), fino all’oceano immaginario, che ha colori intrecciati proprio a simboleggiare la convivenza delle diverse comunità di San Diego.
Il club fondato e oggi allenato dall’ex stella del calcio statunitense Landon Donovan è stata però protagonista ieri notte di un episodio increscioso, contrario a quei valori che il club porta avanti. Poco prima della fine del primo tempo della sfida di Championship contro il Phoenix Rising, un calciatore avversario (non ancora identificato) avrebbe insultato con commenti omofobi il centrocampista Collin Martin : un vero colpo basso, perché il giocatore del Maryland è uno dei pochissimi calciatori in attività a essere dichiaratamente omosessuale, come vi raccontammo qui. Dall’insulto, però, ne nasce una ressa, con Martin che finisce per essere addirittura espulso (ma il rosso verrà poi cancellato nelle ore successive alla partita, una volta emersa la verità, ndr).
We are loyal to our message, we are loyal to our players, we are loyal to our fans, and most importantly we are loyal to San Diego. #SDvPHX | #AllBlackLivesMatter pic.twitter.com/wXkv5O7qVr
— San Diego Loyal (@SanDiegoLoyal) October 1, 2020
Un insulto che, tuttavia, tocca immediatamente tutto il San Diego Loyal, che decide di abbandonare la partita in protesta, facendo passare giustamente in secondo piano il risultato (vantaggio per 3-1, in una sfida decisiva per accedere ai playoff). E così, al fischio d’inizio della ripresa, tutta la squadra si inginocchia, per poi lasciare il terreno di gioco. Partita sospesa e conclusa. Una scelta spigata e condivisa a fine partita anche da Donovan: “I nostri ragazzi, a cui va riconosciuto enorme merito, hanno detto “Noi non ci stiamo”. Sono stati molto chiari in un momento in cui stavano rinunciando a tutte le speranze di fare i playoff, sebbene stessero battendo in maniera evidente una delle migliori squadre del campionato. Ma hanno detto che non gliene importava, che ci sono cose più importante nella vita e dobbiamo combattere per ciò in cui crediamo. E così hanno scelto di andarsene”.
Soltanto pochi giorni fa, tra l’altro, sempre il San Diego Loyal aveva dovuto affrontare un’altra situazione scomoda, promuovendo una forte protesta passata sui social: nella sfida contro i Los Angeles Galaxy II, Elijah Martin è stato vittima di un insulto razzista da parte di Omar Ontiveros, successivamente espulso dal campionato e dal club. Anche in quel caso, il San Diego Loyal aveva messo in primo piano l’importanza del rispetto e del rifiuto di ogni discriminazione. Ed effettivamente, i ragazzi di Donovan hanno ragione: sono queste le cose che contano davvero nella vita, anche nel calcio.
“We felt we needed to stand up for something much bigger than a soccer game.” – @LandonDonovan
LD on the reason behind the team’s decision to forfeit their earned point from the 9/23 match at LA Galaxy II.#SDLoyal | #BlackLivesMatter pic.twitter.com/k3qMoc3rmu
— San Diego Loyal (@SanDiegoLoyal) September 30, 2020