Primo Piano

Le 7 Marce, Gp Russia – Hamilton, quota 91 ancora non s’ha da fare

Gran Premio di Russia, 10/a tappa del Mondiale di Formula 1 2020. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Sochi con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.

Viaggia in 7/a marcia, Valtteri Bottas – Per una volta, si sveste dai panni del gregario e indossa quelli del rapace, approfittando del clamoroso errore di Lewis Hamilton che gli è costato 10 secondi di penalità. Il finlandese torna così a vincere dopo il successo nella prima gara stagionale in Austria.

Viaggia in 6/a marcia, Sergio Pérez – Va forte sia in qualifica che in gara. Certo, non forte in maniera tale da contrastare le Mercedes e la Red Bull di Verstappen ma quanto basta per vincere il Gran Premio degli “altri”, ottenendo senza affanni un meritato quarto posto.

Viaggia in 5/a marcia, la Renault – Delle tre scuderie in lotta per il terzo posto nel Mondiale Costruttori è quella che esce dal circuito russo con il maggior bottino di punti, piazzando entrambe le vetture tra i primi dieci e rendendo più affascinante l’unica battaglia sportiva interessante in questo Mondiale.

Viaggia in 4/a marcia, l’Alpha Tauri – Dopo la “sbornia” di Monza con la vittoria di Gasly e il settimo posto di Kvyat al Mugello, questa volta la scuderia di Faenza piazza entrambe le vetture a punti con l’ottava posizione del russo e la nona del francese. Il sogno di essere clamorosamente la prima scuderia italiana in classifica alla fine del Mondiale non è certo utopistico.

Viaggia in 3/a marcia, la Ferrari – Un lievissimo margine di miglioramento c’è stato, considerato il sesto posto finale di Leclerc. Ma Vettel ancora annaspa tra le retrovie e, se continua così, sarà persino dura tenere l’Alpha Tauri dietro. E chi se lo sarebbe mai immaginato alla vigilia di questo Mondiale?

Viaggia in 2/a marcia, Lewis Hamilton – In mancanza d’altro, l’inglese deve “costruirsi” un avversario per combattere la “noia” di vincere in solitaria il suo settimo Mondiale. E questo avversario è formato dalle distrazioni del box Mercedes. A Monza, l’errore di rientrare in corsia box a pitlane chiusa. In Russia, quelle due prove di partenza in punti non consentiti che gli sono costati dieci decisivi secondi di penalità. E, soprattutto, non gli hanno consentito di eguagliare il record di 91 vittorie di Micheal Schumacher. Un record che verrà battuto. Ma non in Russia.

Viaggia in 1/a marcia, la “maledizione” di Monza – Non è vero, ma ci credo. Questo il titolo di una nota commedia di Peppino De Filippo concernente la scaramanzia. Ora, lungi da noi ipotizzare qualcosa del genere, ma è certo che i piloti protagonisti dell’insolito podio di Monza non se la stanno passando bene. Gasly, il vincitore, è uscito fuori al Mugello e ha terminato nono ieri, mentre sia Sainz che Stroll hanno collezionato un doppio zero. Immaginiamo che per il Gp di Germania già stiano fioccando gli scongiuri.