Cos’è Razzie di calcio? Il mondo del calcio dilettantistico è ormai sempre più protagonista di episodi vergognosi, legati a fenomeni di violenza e discriminazione, spesso accompagnati da razzismo e sessismo. Ogni settimana, basandosi sulle decisioni adottate dai Giudici Sportivi di tutta Italia, MondoSportivo racconterà gli episodi più gravi, regione per regione, così da permettere a tutti di scoprire dove si sono svolti e le vicende che ne hanno fatto da cornice. Con l’obiettivo di non lasciare nel dimenticatoio storie altrimenti destinate a rimanere in silenzio, superate dal tempo e da quell’insensato comune senso di accettazione che rende tutti noi, volontari o non, complici di questo male del nostro calcio.
Il calcio, anche a livello dilettantistico, è tornato. Negli ultimi due week-end sono cominciate le coppe in diverse Regioni, primo appuntamento dopo mesi di stop a causa della drammatica emergenza sanitaria che stiamo vivendo: un nuovo inizio per una stagione che, in ogni caso, sarà ben più strana rispetto a quelle vissute finora, ma la ripartenza dello sport è un segnale importante per cercare di ritrovare, in piena sicurezza, una forma di normalità.
Ecco, la normalità. Nel suo bello, ma anche nel suo brutto. Perché nonostante il numero ridotto di gare giocate e i tanti mesi di stop, il calcio dilettantistico ha già ricominciato a offrire episodi che con lo sport nulla hanno a che fare: violenza, fisica e psicologica, ma anche discriminazioni, razzismo e sessismo. Speravamo potesse cambiare almeno questo e, invece, siamo al punto di partenza. E noi, ogni settimana, saremo pronti a raccontarvi tutto.
LOMBARDIA
Rhodense-Calcio Club Milano, Coppa Italia Eccellenza
Il peggior gesto in un periodo di pandemia non può che essere uno: sputare addosso a qualcun altro. E gli autori del vergognoso gesto sono i tifosi della Rhodense, che al termine della partita hanno colpito in maniera scriteriata e incosciente l’arbitro con uno sputo sul capo e un assistente sul braccio, capo e schiena. La Società ha preso subito le distanze, ottenendo una riduzione della pena (700 euro di ammenda), ma la prossima gara verrà giocata a porte chiuse. Augurandoci di non ritrovare mai più quei tifosi in uno stadio, di importanza nazionale o provinciale che sia.
PIEMONTE
Omegna-Vogogna, Coppa Italia Promozione
150 euro di multa per il Vogogna: i propri sostenitori hanno insultato per tutta la ripresa uno dei due assistenti, con tanto di epiteti di contenuto discriminatorio (non definiti dal giudice sportivo).
SICILIA
Atletico Catania-Enna Calcio, Coppa Italia Eccellenza
L’Atletico Catania ricomincia dopo mesi di stop con una multa da 750 euro per un mix di episodi: insulti a fine primo tempo verso la terna arbitrale da parte di una persona riconducibile alla società, sputi ripetuti alla schiena e alla testa di uno dei due assistenti e presenza indebita di persone, tutte prive di dispositivi di protezione, nello spiazzo antistante gli spogliatoi.
Città di Biancavilla-La Madonnina, Coppa Italia Calcio a 5
Curiosa multa da 300 euro per La Madonnina per una trasgressione grave delle disposizioni anti COVID-19: il secondo arbitro si è ritrovato ad avere a che fare con dei dirigenti della società “privi di dispositivi di protezione che alitavano prima dell’inizio della gara e alla fine della stessa, rendendone peraltro difficoltoso l’ingresso all’interno del proprio spogliatoio”. A cosa sono serviti mesi di precauzioni, avvisi, malati e morti?
Real Siracusa Belvedere-Enna, Coppa Italia Eccellenza
Altro giro, altra tifoseria protagonista con atti vergognosi. Diversi tifosi del Real Siracusa Belvedere hanno continuato a colpire con sputi in varie parti del corpo un assistente arbitrale: 500 euro di multa.
TRENTINO ALTO ADIGE
Arberia-Girland, Coppa Seconda Categoria
Al ritorno in campo, il dirigente dell’Arberia Adrian Camema, incaricato per l’occasione come assistente di parte, si è preso due stagioni di squalifica per irriguardoso gesto di violenza verso l’arbitro. Al termine della partita, Camema si è avvicinato al direttore di gara e, dopo aver tentato di colpirlo alla testa con l’asta della bandierina (colpo sventato soltanto dalla pronta reazione dell’arbitro), è stato bloccato dai giocatori (ma soltanto della squadra avversaria). Dopo essersi divincolato, ha tentato nuovamente di aggredire l’arbitro lanciandogli contro la bandierina, con quest’ultima che però ha colpito soltanto il muro dell’impianto. Una volta che il direttore di gara è riuscito a entrare negli spogliatoi, Camema ha continuato a urlargli minacce.