Le 7 Marce, Gp Italia – Gasly e AlphaTauri, la fortuna aiuta gli audaci
Gran Premio d’Italia, 8/a tappa del Mondiale di Formula 1 2020. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Monza con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggiano in 7/a marcia, Pierre Gasly e l’AlphaTauri – Sì, è vero, nella vittoria di ieri del pilota francese (l’ultimo transalpino a imporsi in F1 fu Panis su Ligier a Monaco 1996, anche in quel caso in maniera rocambolesca), c’è molta fortuna (vedasi errore di Hamilton). Ma c’è anche molta bravura del muretto. Quando vi è stata l’incertezza dei commissari sul da farsi per rimuovere la Haas di Magnussen, i meccanici della scuderia di Faenza sono stati lesti a richiamare Gasly. In questa maniera, quando è entrata la Safety Car e tutti si sono fermati, il francese si è ritrovato praticamente davanti a tutti, resistendo al ritorno di Sainz negli ultimi giri. L’AlphaTauri (già Toro Rosso e, precedentemente, ci piace ricordarlo, Minardi) ottiene così la seconda vittoria della sua storia (la prima sempre a Monza con Vettel nel 2008). La fortuna aiuta gli audaci.
Viaggia in 6/a marcia, Carlos Sainz – Alla gioia per aver assistito alla vittoria di una scuderia italiana a Monza, si è associato un po’ di dispiacere nell’ascoltare a fine gara le lacrime dello spagnolo della McLaren (e prossimo ferrarista), che è andato a tanto così dalla sua prima vittoria in carriera. Il secondo posto, associato al terzo sulla griglia di partenza, però non è assolutamente da buttar via. Anzi.
Viaggia in 5/a marcia, Lance Stroll – Parecchi cosiddetti esperti dicono che è solo fortunato a guidare nella scuderia dove il proprietario è il padre. Lance non dà ascolto alle chiacchiere e si porta a casa il suo secondo podio della carriera, dopo quello ottenuto in Azerbaigian nel 2017 con la Williams.
Viaggia in 4/a marcia, la Williams – Monza 2020 rappresenta la chiusura di un’epoca. Ceduta alla Dorilton Capital, in Brianza è stato l’ultimo Gran Premio con Claire Williams a capo della scuderia. 43 anni con 7 Mondiale Piloti e 9 Costruttori, 114 vittorie in 735 Gran Premi. Numericamente parlando, queste statistiche testé citate continueranno. Ma non sarà più la stessa cosa.
Viaggia in 3/a marcia, la Mercedes – Anche i migliori sbagliano. La Casa di Stoccarda è fallace nelle mappature dei motori delle Frecce Nere che in battaglia soffrono e poi toppa clamorosamente facendo rientrare Hamilton con la pitlane ancora chiusa, con annessa e sacrosanta sanzione. Lewis alla fine ci mette una toppa arrivando settimo, ma è la prova che nessuno è perfetto.
Viaggia in 2/a marcia, la Red Bull – La regola aurea del primo inseguitore, in qualunque sport, è approfittare pienamente degli eventuali inceppi del dominatore. La Mercedes a Monza ha offerto un’occasione, ma la Red Bull (dal punto di vista della scuderia) non ne ha approfittato con Verstappen ritirato e Albon fuori dai 10.
Viaggia in 1/a marcia, la Ferrari – Lo sappiamo, era impossibile competere a Monza per la Rossa. Però almeno l’affidabilità e la concentrazione dei piloti dovrebbero essere garantite. Invece, il freno posteriore sinistro di Vettel che va arrosto e Leclerc che commette un errore di troppo alla Parabolica, andandosi a schiantare (fortunatamente, senza conseguenze) a 200 km/h, quando si potevano portare preziosi punti a casa. Ora tutti al Mugello a festeggiare la Storia. Dimenticando, se possibile, il presente.