In primis, una doverosa premessa. Non ce ne vogliano i tifosi Mercedes, ma pensiamo che alla fine pure loro si siano scocciati di assistere a un dominio totale e a Gran Premi dal destino scritto sin dalle verifiche tecniche.
Il Gran Premio d’Italia di quest’oggi dovrebbe appartenere a questa categoria. Hamilton dovrebbe andarsene sin dalla partenza con Bottas alle spalle e la vera corsa dovrebbe riguardare il terzo gradino del podio. Una corsa a cui faranno parte la McLaren di Sainz, la Red Bull di Verstappen e verosimilmente anche le due Racing Point di Pérez e Stroll. La Ferrari? Sarà impegnata a cercare di evitare l’onta di subire due giri di doppiaggio dalla Mercedes. Sì, due giri perché è pressoché impossibile che Leclerc e Vettel non vengano almeno una volta sverniciati in gara dalle due Frecce Nere già d’Argento.
Quindi, copione già scritto. E siccome il meteo prevede sole pieno sul circuito brianzolo, vi è un’unico fattore che potrebbe scombinare questi piani. Fattore che si chiama prima variante. Già, la chicane che sta subito dopo il rettifilo di partenza/arrivo, potrebbe capovolgere le carte in tavola. Si tratta di uno dei punti più delicati di tutto il Mondiale di Formula 1 per quel che riguarda le partenze. Le vetture in pochi secondi passano dalla marcia piena alla seconda, restringendo il gruppo. Con la probabilità di collisioni che aumenta esponenzialmente.
Sì, se qualcuno lo sta pensando, stiamo un po’…gufando. Ci affidiamo alla prima variante per vedere un Gran Premio con qualche colpo di scena. Del resto, non sarebbe la prima volta. Quello, infatti, fu il punto del circuito dove nel 1988 Senna gettò al vento una vittoria praticamente già in tasca scontrandosi con la Williams di Schlesser che stava doppiando. E la Ferrari ne approfittò, con la doppietta Berger-Alboreto pochi giorni dopo la morte del Drake Enzo Ferrari. Quindi, chissà se la storia non possa ripetersi.