Tanto tuonò che piovve: dopo gli screzi e le parole d’addio di Antonio Conte, la riunione di Villa Bellini ha riconciliato gli animi lasciando però anche alcuni strascichi che potrebbero ripercuotersi sul futuro dell’Inter. In primis il mercato: le mancate cessioni che non hanno portato la liquidità necessaria per grandi investimenti e la nuova linea societaria hanno spinto Marotta e Ausilio a rivedere i propri piani.
Non più giovani su cui costruire un progetto futuro, ma giocatori pronti per vincere subito: ecco perché Kolarov e Vidal sì e Tonali e Kumbulla no. Vi ricordate le parole di Conte dopo la sconfitta di Dortmund? Diceva che “con Sensi e Barella non si va da nessuna parte in campo internazionale” e così la società ha accontentato le sue lamentale comprandogli due giocatori espressamente richiesti dal tecnico. L’allenatore pugliese spremerà al massimo la squadra chiedendo il titolo; poi a fine prossima stagione ci si risiederà intorno ad un tavolo e si valuterà nuovamente. Molte voci dicono già Conte partente, magari con l’obiettivo di ritornare in Nazionale al posto di Mancini; Allegri infatti non ha trovato una panchina: altro anno sabbatico avendo già garanzie da Marotta?
Il livello di Inter e Juventus si è quasi pareggiato e i nerazzurri potrebbero approfittare anche dell’incognita Pirlo: il nuovo allenatore bianconero è al debutto e potrebbe impiegare più tempo del previsto prima di trovare la quadra tattica della sua rosa. Quindi o quest’anno o mai più, è questa la nuova filosofia dell’Inter: cominciare a rompere l’egemonia dei campioni d’Italia per poi aprire un nuovo ciclo con un mercato da reimpostare a partire dalla prossima stagione.
Godin, Vidal, Kolarov, Young, Handanovic e Candreva sono ultratrentenni e ci sarà bisogno di un massiccio ricambio generazionale: poteva cominciare ad avvenire quest’anno con i colpi in canna Tonali e Kumbulla poi accantonati, ma dovrà assolutamente essere impostato dal 2021. Perché la rosa di questa stagione, in attesa magari di qualche altro colpo importante non dimenticandosi Hakimi, pare essere sulla buona strada per vincere. Ma poi forse si rischia di essere già troppo vecchi, di aver già raggiunto il punto massimo della carriera e cominciare la fase calante. Il Triplete insegna: Maicon e Milito su tutti sono rimasti nonostante le numerose offerte finendo per svalutarsi e non ripetendo più le prestazioni sontuose delle stagioni precedenti.
Il diktat di Conte è chiaro: il progetto Inter ha bisogno di vincere per poi ripartire da capo. Vincere significa prestigio e proprio nel 2021 ricorre il decennale dall’ultimo trofeo nerazzurro, la Coppa Italia del 2011, un’eternità fa. Poi si penserà al domani, sarà questo il giusto compromesso tra presente e futuro?