La sentenza del Tribunale Federale Nazionale con cui è stata sancita l’esclusione dalla Serie C di Picerno e Bitonto per un caso di combine ha scosso il mondo del calcio italiano. E per i neroverdi soprattutto rischia di essere una beffa clamorosa, nell’anno della prima, storica partecipazione nel calcio professionistico. Ne abbiamo parlato in esclusiva con Vincenzo Murgolo, giornalista di Radionorba e telecronista per Eleven Sports.
Partirei dai comunicati stampa pubblicati da Bitonto e Picerno in risposta alla sentenza del Tribunale Federale Nazionale. Ho notato due stili un po’ diversi, più agguerrito forse quello del Picerno: faranno entrambe ricorso e cosa potrebbe succedere?
“Al di là dello stile dei singoli addetti stampa nel fare i comunicati, sia Picerno che Bitonto andranno agguerriti davanti alla Corte d’Appello. Come ho scritto, il Bitonto in particolare, dopo questa sentenza di primo grado, ha perso la partita d’andata ma ha segnato un importante gol fuori casa. La posizione che rendeva difficile la situazione del Bitonto era quella di Francesco Rossiello (presidente, ndr), che ha poteri di firma. Il fatto che sia stata sancita una squalifica di 5 punti, ma sia stato prosciolto il protagonista più importante dà qualche speranza a squadra e tifosi per il secondo giudizio, che è dove si giocherà la partita decisiva, anche in caso di terzo grado davanti al CONI. C’è un principio soprattutto che bisognerà valutare e vedere se i giudici lo applicheranno nuovamente.”
Cioè?
“La questione è relativa all’annata di applicazione della penalizzazione. Il Picerno è stato retrocesso all’ultimo posto della stagione 2019/2020, il Bitonto una penalizzazione da scontarsi nel 2019/2020. Se la Corte d’Appello applicherà il principio usato anche in passato per situazioni analoghe o più gravi di penalizzazioni da scontarsi nella stagione successiva e non precedente. Per Bitonto e Picerno la situazione cambierebbe, soprattutto per i neroverdi: se il Bitonto ricevesse anche più punti di penalizzazione, ma nella stagione 2020/2021, almeno manterrebbe la Serie C.”
Il Foggia però sembra avere già le idee chiare su dove giocherà la prossima stagione, anche con la scelta di Capuano in panchina. È una sicurezza giustificata o ci sono ancora dei margini di dubbio?
“Il Foggia è legittimato a festeggiare la Serie C. Nell’ordinamento sportivo, le sentenze sono immediatamente esecutive nel momento in cui vengono emesse e poi vengono confermate. Le squalifiche dei giocatori sono partite dal 31 agosto. È più che comprensibile che il Foggia si senta in Serie C: se le cose rimanessero così, sarebbero effettivamente ripescati. Secondo me, però, a questo entusiasmo dovrebbe fare da contraltare un pizzico di prudenza. Per dire, il comunicato del Bisceglie, che preannunciava di far valere i propri diritti in tutte le sedi, è stato più cauto rispetto all’atteggiamento del Foggia. Ripeto, codice della giustizia sportiva alla mano è più che legittimo e fanno bene a sentirsi una squadra di Serie C. Ma se tra una settimana la giustizia d’appello dovesse mutare lo scenario delineato finora è chiaro che a Foggia le cose cambierebbero.”
I pochi movimenti fatti sul mercato finora dal Bitonto, rispetto al Picerno per esempio, fanno intendere che vi era già da tempo la consapevolezza di una potenziale esclusione dalla Serie C?
“Il Bitonto e Picerno partivano in sede processuale con due zavorre differenti. Il Picerno è stato deferito per responsabilità oggettiva, il Bitonto diretta e oggettiva: quest’ultima era una situazione processuale più pesante. Per questo la società è stata più coerente sul mercato: bisognava alleggerire la situazione del proprio presidente e poi, in base a quello, regolarsi. È chiaro che il Foggia, per esempio, se non guadagna subito la C sarà chiamata a stravincere la Serie D: per questo è stata fatta una campagna comunque importante, a partire dalla scelta di Capuano, che ti può garantire una buona Serie C o dominare la D.”
La dirigenza e l’allenatore sembrerebbero essere rimasti effettivamente all’oscuro di quanto fatto dai giocatori, è plausibile?
“La sentenza del 31 agosto del TFN ha sostanzialmente scisso tra società e calciatori. Prosciogliendo presidente e il segretario e dando le squalifiche annunciate, è chiaro che si crea un discrimine tra società e tesserati. Ma mi permetto di aggiungere al riguardo un aspetto poco sottolineato dalle cronache locali, anche perché ci sono state ragioni più serie in quest’estate particolare.”
Prego.
“Il 16 luglio la sezione disciplinare del TFN, la stessa che si è pronunciata su Piceno-Bitonto, ha emesso sentenza squalificando per quattro anni e 50mila euro di ammenda Giordano Maccarrone per aver alterato lo svolgimento di alcune partite del Bisceglie, in cui giocava, della stagione 2018/2019, mentre ha ricevuto una squalifica di 3 mesi e 5mila euro di ammenda Marco Palermo, che all’epoca militava nel Siracusa. In quella sentenza è stato prosciolto il Bisceglie calcio dalla responsabilità oggettiva. Nel momento in cui il TFN ha scisso la posizione del presidente del Bitonto e dei giocatori, alla luce di questo precedente giuridico si apre una nuova prospettiva. Poi chiaro, non è possibile avere le carte che saranno presentate alla Corte Federale d’Appello dagli avvocati. Si apre una partita di ritorno tutta interessante e vedere come andranno le cose. Di sicuro settimana prossima avremo novità importanti.
Che clima si respira tra i tifosi del Bitonto?
“I tifosi non hanno certo sensazioni positive verso quei giocatori che sono rimasti coinvolti in questa vicenda e che sono stati condannati. Sul futuro, ci sono sentimenti contrastanti: alcuni tifosi sono incoraggiati dal proscioglimento del presidente, ma altri sanno che se le cose restano così si rimane in Serie D. C’è un po’ sfiducia, ma anche sentimento di una festa rovinata. Non scordiamoci che questo non sarebbe soltanto il primo campionato professionistico della storia del Bitonto, ma avverrebbe pure nell’anno del centenario. Sarebbe stata un’annata speciale, pur giocandola per larga parte della stagione “in trasferta” a Bisceglie”.
Qualcuno ha sospettato, anche solo vagamente, che Picerno-Bitonto fosse stata una gara combinata?
“Non ero presente a quella gara, quindi non saprei dire sulle sensazioni del momento. Diciamo che dobbiamo ricordarci a come si è arrivati a quella partita. La domenica precedente, il Picerno aveva ottenuto la promozione in Serie C con il Taranto, ma aveva avuto una penalizzazione di 3 punti in settimana e doveva riguadagnarsi sul campo la promozione, con un treno come il Cerignola alle spalle. Il Bitonto, invece, era sicuro di giocare sia i playoff e per di più in trasferta a Taranto: qualsiasi risultato non avrebbe cambiato nulla, classifica alla mano. Riguardo atteggiamenti particolari, non essendoci stato non saprei precisamente, ma di sicuro in campo c’era una squadra che doveva vincere a tutti i costi e l’altra doveva concentrarsi per i playoff. Questi sono i fatti, poi quello che è successo verrà stabilito in via penale, visto che la vicenda è anche all’attenzione della magistratura ordinaria di Bari.”
Tra i nomi emersi tra i condannati, chi ti ha colpito maggiormente?
“Nei confronti di Patierno e Picci, il dispiacere è tanto perché li ho conosciuti personalmente. Sono due bravi ragazzi, mi spiace soprattutto per Patierno: tra i due è il più giovane ed era arrivato al momento del salto nel calcio professionistico. Si sarebbe tolto grandi soddisfazioni, non solo per la tecnica, ma anche perché è un lottatore. Mi sarebbe piaciuto vederlo all’opera in un campionato di Serie C così emozionante con squadre del calibro di Bari e Palermo. Senza togliere nulla agli altri, sono quelli che mi hanno lasciato più dispiacere sul piano umano. Credo comunque che il modo migliore di parlare di questa storia, anche per dare un quadro normativo, credo sia quello di far parlare i fatti. Il dispiacere umano c’è, ma in questo caso l’unica cosa da fare, anche e soprattutto da giornalista, sia quello di far parlare le carte. In altri casi, soprattutto prima dell’inizio del processo, non ho visto lo stesso atteggiamento.”