Non gli basta vincere, Novak Djokovic è entrato nell’occhio del ciclone dopo aver creato una nuova associazione, la PTPA. Nessuna sconfitta nel 2020, primo posto mondiale e fresco successo nel Masters 1000 di Cincinnati sono ormai una routine per il serbo che ha deciso di creare una spaccatura all’interno del circuito.
Il momento delicato di tutto il tennis dovuto al Coronavirus ha aperto una crepa nel quale si è inserito il serbo: tra le assenze di molti big che non hanno voluto volare a New York e la bolla con regole super ferree imposta dagli organizzatori si sono sollevati molti dubbi sul futuro del movimento.
Questa situazione non è nata nelle ultime settimane, ma è stata solamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Djokovic, aiutato in particolar modo da Pospisil, si è scagliato contro il presidente dell’ATP Gaudenzi che in carica da un anno non ha ancora potuto attuare il proprio programma. Tante le critiche, ma una su tutte è la scarsa tutela dei giocatori. La PTPA infatti è nata non per ostruire l’ATP, ma per rispondere direttamente alle esigenze e alle preoccupazioni che ogni professionista può avere durante la carriera.
Un lampo a ciel sereno e in meno che non si dica l’ATP si è vista costretta a fronteggiare questo nuovo movimento che conta già numerosi tennisti: Berrettini, Shapovalov, Fritz, Karlovic e molti altri tra cui probabilmente anche Fognini. Federer e Nadal si sono invece fin da subito dissociati appoggiando l’unione che il tennis deve avere in questi frangenti definendo inutile creare ora queste spaccature.
In poche parole per ora la PTPA è una sorta di sindacato, in futuro potrebbe avere sempre maggiore peso. Ci si prenderà a pallate, ma non in campo. Il tennis è pronto ad una nuova battaglia: Djokovic ancora una volta contro gli altri.