Gran Premio del Belgio, 7/a tappa del Mondiale di Formula 1 2020. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Spa-Francorchamps con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Lewis Hamilton – Oramai il Campione del Mondo ha il cambio inchiodato fisso sulla marcia più alta. Ennesimo fine settimana da dominatore, con qualche patema d’animo in più rispetto a quanto accaduto due settimane prima in Spagna a causa delle gomme da salvaguardare. Ma, complessivamente, ordinaria amministrazione. 89/a vittoria, record di Schumacher a 91 successi assoluti a un passo.
Viaggia in 6/a marcia, la Renault – Su uno dei circuiti più impegnativi del Circus, la vettura francese si prende prepotentemente la scena alle spalle delle inarrivabili Mercedes e Red Bull. Questa volta, con Ricciardo quarto e Ocon quinto, anche Racing Point e McLaren sono costrette a lasciare il passo.
Viaggia in 5/a marcia, Pierre Gasly – Meriterebbe la settima marcia, ma è costretto a scalare non tanto per colpa sua, quanto per la decisione del muretto AlphaTauri di non fargli cambiare le gomme durante la Safety Car dovuta alla rimozione dei detriti lasciati dalle vetture di Giovinazzi e Russell. Da sesto si ritrova quasi in fondo al gruppo, ma inanella sette sorpassi che lo issano a un meritatissimo ottavo posto finale.
Viaggia in 4/a marcia, Kimi Räikkönen – Il principe di Spa (4 le vittorie del finlandese sullo storico circuito belga), alla sua probabile ultima recita sul tracciato incastonato tra le Fiandre, sfoggia la sua migliore gara (finora) dal 2020 considerato il mezzo che ha a disposizione. Räikkönen porta l’Alfa-Sauber al dodicesimo posto, sfiorando punti che sarebbero stati meritatissimi ma togliendosi la soddisfazione di mettersi dietro entrambe le Ferrari.
Viaggia in 3/a marcia, la Racing Point – Come cambiano le prospettive. Fino all’anno scorso, un Gran Premio con entrambe le vetture a punti sarebbe stato da incorniciare. Invece, in questo 2020, il nono posto di Stroll e il decimo di Pérez ottenuti ieri a Spa sono da mettere in archivio con un sorriso forzato. Ah, l’anno scorso la Mercedes faticò moltissimo sia in Belgio che a Monza. Coincidenze?
Viaggiano in 2/a marcia, Antonio Giovinazzi e Carlos Sainz – Il pugliese è stato suo malgrado autore dell’unico brivido della corsa, perdendo il controllo della sua Alfa all’undicesimo giro nel rettilineo verso Stavelot e finendo a muro, con la sua gomma che ha coinvolto l’incolpevole George Russell su Williams. Fortunatamente, nessuna conseguenza fisica per i piloti. Lo spagnolo è invece stato costretto a guardare la gara in tv per un problema che ha impedito alla sua McLaren di scendere in pista. Aleggia sul futuro ferrarista una sorte di maledizione anticipata?
Viaggia in 1/a marcia, la Ferrari – Tredicesimo Vettel e quattordicesimo Leclerc, entrambe le Rosse fuori dai punti. Siamo distanti anni luce non solo dalla competitività, ma neanche dal limitare i danni. Neanche la 643 del 1991, definita da Prost un “camion” (con conseguente licenziamento del pilota francese) arrivava a tanto. Ora Monza e Mugello. Imperativo uno scatto di dignità, almeno per competere per i punti. Altrimenti, ci vorrà il pallottoliere per contare i giri di doppiaggio.