Rotto il ghiaccio, chiusa la prima due-giorni da allenatore sul campo della Juventus, è iniziata ufficialmente l’era Pirlo, soli 17 giorni dopo l’eliminazione in Champions League, e dal conseguente addio di Sarri. La fiducia concessa all’ex play bianconero è un segnale chiaro, da parte di Agnelli, che pretende un cambio di rotta immediato, che dice addio all’esperienza e chiama in causa il talento calcistico puro. Una ripartenza, una volontà chiara: formare, insieme, squadra e allenatore secondo un’identità precisa, e seguendo quello stile Juventus che ha rischiato di vacillare, a causa dell’essenza verace di Sarri.
Sorrisi e mascherine, al primo giorno di raduno alla Continassa. Pirlo, Tudor, Baronio, volti nuovi nello staff e sul campo, vedi Kulusevski e Arthur, in attesa di un calciomercato che deve portare un bomber, Džeko in primis con Mandžukić, magari diretto nella capitale per sostituirlo, e poi idee, tante, sul piano tattico, seppur sia impossibile ipotizzare schemi e movimenti.
Tempo e prenderà forma, la Juventus di Pirlo, sul campo e sul mercato. Ripartendo da Ronaldo, ovviamente, e da Dybala, intoccabile, come da dichiarazione dello stesso allenatore, nella conferenza stampa di presentazione. E a proposito di uscite, addio a Higuain sicuramente, “il cui ciclo in bianconero è finito”, Pirlo dixit, e dubbi sul futuro di Khedira, Douglas Costa, Rugani, De Sciglio, Ramsey, perfino Bernardeschi. E non è detto che per ogni cessione ci sarà un acquisto, dato che la rosa è folta e c’è da svecchiare un gruppo che il decimo scudetto di fila lo cercherà, ma per quanto potrà, in questo anno di rifondazione, guarderà sempre alla Champions come obiettivo primario.