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Lugano, settimana di lavoro con due test

Nuova settimana di lavoro per il Lugano, atteso da due test, dopo quello di Sementina, sabato scorso. I sottocenerini incontreranno mercoledì il Bellinzona al Comunale e, sabato, il Chiasso a Cornaredo. Il programma prevede allenamenti alle 10 tutti i giorni (seduta doppia al giovedì) tranne che nei giorni delle amichevoli. Riposo alla domenica.

Sabato scorso i bianconeri, opposti a una squadra di Seconda Lega, hanno offerto una buona prestazione, considerando lo spessore dell’avversario e il livello di preparazione. Nella prima frazione (terminata 0-5), la compagine luganese è scesa in campo con Baumann, Opara, Čovilo, Abedini, Guerrero, Macek, Selasi, Bottani, Holender, Sasere, Lungoyi.

Nella ripresa spazio ad altri 11 elementi: Osigwe, Opara (68′ Kryeziu), Kesckés, Marić, Daprelà, Guerrero (68′ Macek), Custodio. Lovrič, Selasi (68′ Manicone), Gerndt, Ardaíz, che sono andati in gol altre 3 volte. Non hanno visto il campo, a titolo precauzionale, Sabbatini, Lavanchy e Guidotti.

Positiva la prova di Bottani (doppietta per lui), che ha dimostrato di avere recuperato del tutto dall’infortunio. Si sono visti anche, a tratti, dei discreti ritmi, e qualche trama di gioco interessante. Buono anche il ritorno di Manicone, rientrato dal prestito in Italia (alla Pianese), e andato anch’egli in gol nei minuti finali.

La situazione, come vi avevamo riferito nei giorni scorsi, è estremamente fluida. La rosa verrà alleggerita, come sappiamo: il tecnico Jacobacci non ama lavorare con un gruppo troppo ampio e, inoltre, ci sono problemi di bilancio. La notizia della riapertura, seppure con limitazioni, al pubblico è sicuramente positiva. Tuttavia, bisognerà poi vedere cosa comporterà dal punto di vista organizzativo e, soprattutto, come verrà accolta dal pubblico.

In pochi, infatti, hanno fatto notare che, carte alla mano, il termine del divieto di grandi manifestazioni era, originariamente, fissato per il 31 agosto. Quindi, di fatto, si è rimandato tutto di un mese. I più ottimisti ci vedono una scelta per tornare alla normalità senza poi dover fare marcia indietro; chi vede invece il bicchiere mezzo vuoto opta per una scelta fatta per guadagnare tempo e osservare la situazione.

La presa della pandemia, infatti, non molla, qua come altrove. L’esigenza appare quella di monitorare la situazione, andando tra l’altro verso la stagione fredda, che gli esperti indicano come potenzialmente rischiosa. In tutto questo, bisognerà capire quali saranno le decisioni delle Autorità cantonali in materia sanitaria. Mercoledì, a Bellinzona, cercheremo di capire qualcosa in più.

La squadra, comunque, va avanti a lavorare e a prepararsi per l’inizio della stagione che, come sappiamo, è stato posticipato di una settimana. L’obbiettivo sarebbe quello di continuare sulla falsariga delle ultime partite della stagione, che hanno visto i sottocenerini ottenere buoni risultati, riuscendo ad arrivare quinti.

Nell’ambiente, al di là delle problematiche societarie, delle quali ci siamo occupati nei giorni scorsi, ma che sono affrontate con realismo e concretezza, filtra ottimismo rispetto all’aspetto sportivo. Quest’anno non ci sarà l’Europa League, prestigiosa ma problematica da gestire per una compagine che, di fatto, si è trovata a dover giocare sei volte in trasferta, per le note limitazioni legate allo stadio.

L’aspetto positivo, quindi, sarà il poter avere più tempo per allenarsi e preparare le partite. La rosa appare equilibrata, fermo restando che ci saranno delle partenze, come scrivevamo più sopra, e che i conti bisognerà farli tra un po’ di tempo. Di sicuro c’è la volontà, da parte di tutti, di presentarsi ai nastri di partenza con una formazione equilibrata, che abbia rincalzi all’altezza in caso d’infortuni o squalifiche.

A taccuini chiusi, filtra insomma ottimismo: non è un mistero che a Renzetti piacerebbe far bene in Coppa svizzera, per esempio. Il ricordo di quella finale, con Zeman in panchina, giocata al Letzigrund sotto un cielo plumbeo, col rigore sbagliato sullo 0-0, il gol subito per una disattenzione difensiva e lo Zurigo, neoretrocesso, ad alzare la Coppa, resta ancora un boccone amaro da digerire. Il sogno del Pres sarebbe riprovarci: e, diciamolo, per ciò che gli abbiamo visto fare in questi anni, sarebbe qualcosa di davvero meritato.