In Primo Piano

I dubbi del maledetto 2018 e la rinascita: Neuer è di nuovo uno dei migliori al mondo

C’è stato un momento in cui la stella di Manuel Neuer sembrava avesse cominciato a diventare sempre più offuscata. Una presunta caduta cominciata nel settembre 2017, con un lungo ed estenuante infortunio al piede sinistro che lo ha tenuto fuori per praticamente tutta la stagione, permettendogli di collezionare appena quattro presenze: giusto il tempo di recuperare per il disastroso Mondiale in Russia con la sua Germania eliminata ai gironi (con tanto di “papera” nella sfida finale contro la Corea del Sud).

È stata la crisi della Nazionale tedesca, acuita poi dall’umiliante esperienza in Nations League nell’autunno del 2018, ad aver fatto sorgere i primi dubbi persino sul ragazzo di Gelsenkirchen. Il miglior portiere del mondo tra il 2010 e il 2016, improvvisamente, sembrava aver perso il suo fascino, con tanti commentatori che in Germania avevano cominciato a sottolineare il suo regresso, soprattutto in quella caratteristica che lo aveva reso unico nel suo ruolo: la capacità di giocare il pallone con i piedi fuori dall’area come fosse un libero.

I due errori commessi prima contro l’Augsburg e poi contro l’Olanda avevano fatto sorgere il dubbio che Neuer non fosse riuscito a recuperare pienamente dai 9 mesi di stop. E, con maggiore ansia, si temeva che non sarebbe più riuscito a tornare il portiere che tutti conoscevano, nonostante un’età non particolarmente avanzata per ruolo ricoperto. È stato soprattutto il momento in cui il Bayern Monaco e la Nazionale tedesca si sono sentite accomunate dalla stessa idea: la necessità di iniziare a pensare a un futuro senza Neuer.

Per la Germania, in realtà, la soluzione era già davanti agli occhi: promuovere finalmente al ruolo di titolare ter Stegen, da anni considerato come uno dei migliori portieri al mondo, ma costretto paradossalmente a fare panchina in Nazionale. Per l’ex Borussia Mönchengladbach sembrava essere arrivato il momento di prendersi quel posto contestato per anni, in un clima di insofferenza e astio verso lo stesso Neuer. Sui giornali il parere sembrava unanime, con molti commentatori ed esperti che già intravedevano la fine dell’impero dell’estremo difensore del Bayern Monaco. Tanti e rumorosi pareri che, però, non sono riusciti a convincere sufficientemente Löw, profondo estimatore di Neuer che in questi ultimi anni ha continuato tendenzialmente a favorire il suo capitano, lasciando allo sfortunato ter Stegen la magra consolazione di qualche partita in più.

Al Bayern Monaco, invece, il possibile erede dell’estremo difensore ex Schalke 04 è arrivato soltanto lo scorso gennaio. L’acquisto di Alexander Nübel, arrivato anche lui da Gelsenkirchen, è suonato a tutti come un messaggio chiaro: i bavaresi stavano già cominciando a intravedere una soluzione alternativa al finora intoccabile Neuer. A 23 anni, il giovane estremo difensore si è presentato con un curriculum notevole: esordiente a 19 anni, diventato titolare ai danni della leggenda dello Schalke 04 Fährmann nella stagione 2018-2019, capitano su scelta di Wagner nell’estate 2019. E, soprattutto, con la nomea di essere il nuovo Neuer.

L’idea di avere in squadra già il suo erede ha infastidito e non poco Manuel Neuer. E la questione si è fatta ancora più delicata in questi mesi perché avvenuta con le trattative per il rinnovo in corso, avendo inizialmentela scadenza del contratto fissata al 2021 (ora prolungata al 2023, ndr). Ma se qualcuno cominciava a fantasticare un possibile addio a breve, la sfida di ieri sera contro il PSG ha fatto ricredere in molti.

La prima pagina dei giornali se l’è conquistata ancora una volta Neuer. Non solo perché capitano del suo Bayern Monaco e quindi chiamato ad alzare la coppa (soltanto il terzo nella storia della competizione dopo Schmeichel e Casillas), ma soprattutto alla luce di una prestazione degna di uno dei più forti portieri al mondo. Ogni volta che gli attaccanti dei francesi riuscivano a superare la non certo irreprensibile difesa tedesca, Neuer ha sempre risposto presente con una serie di interventi superlativi: una fenomenale (anche se inutile, visto che era fuorigioco) parata sul tiro a botta sicura di Mbappé, ma anche i grandi salvataggi su Neymar, ancora Mbappé e Marquinhos.

I dati raccolti testimoniano in generale una gara da indiscusso “Man of the Match”: 50 tocchi, tre salvataggi in area, 30 passaggi riusciti, 8 lanci lunghi e un voto generale di 7 e mezzo. Una prestazione da vero fenomeno, decisiva per conquistare il Triplete in questa stagione paradossale. Ma, soprattutto, degna di un grande portiere che, a 34 anni, sembra voler vivere una nuova primavera.